Varie
Uno scritto di Bob (Quadrelli)
le pieghe di un sorriso non si appianano con il ferro da stiro
e le asole delle camicie senza bottoni non avrebbero più lavoro
ci hanno insegnato a non piangere sul latte versato
e a non nominare il nome di Dio invano
ma chi sarà questo supremo latitante che ci ha fatto dal fango
a sua immagine e somiglianza suppongo certo senza fallo
non certo dalle istruzioni per costruire un modellino
e neanche seguendo le istruzioni del bugiardino di uno psicofarmaco
tanto è lo stesso saremo tutti concime per la nascita di un colorato fiore
ma non ce andremo senza aver lasciato un segno individuabile
tracciato sul pianeta come un graffio di animale accidentale
magari amando una donna in maniera cosmica trascendentale
nella tragicomica e sensuale ricerca di ogni piacere esistente
nel succo delle vigne nasce ogni nuovo delicato amore
e se ne muore sorridendo nel fondo del bicchiere
o rinasce beffando le chimere come l’Araba Fenice
scansando una centrifuga di lavatrice o del karate una presa ‘forbice’
la grossa palla di piombo in un cantiere dell’urbana demolizione
ma come mai ho iniziato la rima con ‘O’e vado avanti con ‘E’
sarà che la poesia è come un lavoro interinale
sai quando inizia ma mai quando ne arriverà la sua triste fine
è come lo sbiadire di una foto nella cornice come bramare la carezza di Afrodite
e non superare mai il segno sottile che divide sogno e reale
il limite che ha sbagliato il mondo occidentale : questo è bene tale è male
e le asole delle camicie senza bottoni non avrebbero più lavoro
ci hanno insegnato a non piangere sul latte versato
e a non nominare il nome di Dio invano
ma chi sarà questo supremo latitante che ci ha fatto dal fango
a sua immagine e somiglianza suppongo certo senza fallo
non certo dalle istruzioni per costruire un modellino
e neanche seguendo le istruzioni del bugiardino di uno psicofarmaco
tanto è lo stesso saremo tutti concime per la nascita di un colorato fiore
ma non ce andremo senza aver lasciato un segno individuabile
tracciato sul pianeta come un graffio di animale accidentale
magari amando una donna in maniera cosmica trascendentale
nella tragicomica e sensuale ricerca di ogni piacere esistente
nel succo delle vigne nasce ogni nuovo delicato amore
e se ne muore sorridendo nel fondo del bicchiere
o rinasce beffando le chimere come l’Araba Fenice
scansando una centrifuga di lavatrice o del karate una presa ‘forbice’
la grossa palla di piombo in un cantiere dell’urbana demolizione
ma come mai ho iniziato la rima con ‘O’e vado avanti con ‘E’
sarà che la poesia è come un lavoro interinale
sai quando inizia ma mai quando ne arriverà la sua triste fine
è come lo sbiadire di una foto nella cornice come bramare la carezza di Afrodite
e non superare mai il segno sottile che divide sogno e reale
il limite che ha sbagliato il mondo occidentale : questo è bene tale è male
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