mitografia del quotidiano
UN ETTARO DI TERRA Diario minimo, anzi piccino picciò.
Mi considero “nauseato”da un sistema che giudico approssimativo, maldestramente improvvisato e privo di “metodo”.
Avete presente…
“la mancanza di una procedura strutturata per gestire i vari compiti da svolgere.
E, quando anche tale procedura esista, il non seguirla sempre, dando risposte sempre diverse a quesiti uguali ?
Provate a immaginare una realtà professionale dove …
…manca una visione globale… dove tutto è frammentato..
Mi spiace molto ma “guardo dietro le parole che mi tocca ascoltare o leggere ” e vedo che latita l’amore per un discorso collettivo e trasversale.
Quando ti accorgi di non poter dare di più e di quanto stretto sia un’abito che ti hanno cucito addosso…
…pensi all’ettaro di terra sull’appennino, alle tue fotografie libere e al ritmo delle cose del mondo che si fa vera preghiera.
Pensi alla salute che è il bene più prezioso e sorridi guardandoti spavaldo in una foto che oggi sta per compiere 38 anni.
Non potevo sapere ancora bene con cosa e con chi “mi sarei fatto male” come non mi era dato conoscere in modo preciso tutte le traiettorie aeree che la mia mente “bacata” avrebbe seguito.
Sognavo e guardavo avanti.
Oggi, credetemi, nulla è cambiato all’interno dello scafandro che chiamerò corpo
Ho solo bisogno di altro ….
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