mitografia del quotidiano
Tutte le mattine del mondo
Dormo sempre meno, aspetto trepidante la luce del mattino quando è ancora lontano e vestito del buio. Mentre la caffettiera è sul fuoco carico l’acqua per bagnare le piante che ho sul terrazzo. Se ho il tempo scrivo…come sto facendo adesso… amo il mattino quando è giovane non ancora sporcato dai fatti della giornata e dal rumore bianco generato dai media.
Terminati gli esami, i corsi ,le tesi ,le lezioni polacche mi occupo di me in modo assai semplice leggendo e svolgendo piccoli compiti come bagnare le piante dei miei genitori.
L’altro giorno riguardavo delle loro foto ripensando ai caratteri somatici e come questi attraverso il tempo e le famiglie si modifichino di generazione in generazione. Sfioravo il bel cartoncino fotografico del matrimonialista che nel 1960 fotografò una cerimonia semplice e senza fronzoli. Un album con 25 foto 18 x 24 che sintetizzano la cerimonia e il pranzo…foto che “raccontano” senza voler rivoluzionare sintassi alcuna ciò che non potevo allora vedere con i miei occhi.
Recentemente ho fatto il giudice a tre contest fotografici e mi sono rammaricato di come oggi la fotografia sia sempre più autoreferente e abbia tralasciato un compito fondamentale RACCONTARE STORIE.
Che fine hanno fatto queste studentesse ( è una classe frequentata da mia madre) sono divenute madri e poi nonne? Hanno fatto carriera nel mondo del lavoro? Mi piace guardare i volti e immaginare un’epica della famiglia, contare coloro che saranno rimaste “signorine” sfiorare quei volti per percepire se hanno ancora alito di vita…
Il mattino incalza…un’altro caffè…i normali pensieri per il resto della giornata che deve ancora venire…il sacchetto della spazzatura…
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