A mia Madre, mitografia del quotidiano
TUTTA UNA VITA
Mi sono formato nel tuo grembo quando eri ancora una ragazza di 26 anni.
All’uscita ho trovato un mondo che ho imparato a vedere e raccontare.
Parlavi molto e in questo ti assomiglio.
Nel nostro sguardo, l’infinita compassione e un velo di malinconia.
Quando si hanno mille pensieri non sempre è facile organizzarli.
Sono loro, i pensieri, a succedersi in un ordine che profuma d’inconscio offrendo di noi un’immagine che
suona disorganica.
Anche nell’ordinario ognuno procedeva per “illuminazioni” aprendo le diverse possibilità alle parole e alle
immagini.
Chi vive di sintesi non è mai stato a suo agio con gente come noi.
Papà ieri ha allentato per un breve attimo la sua corazza scoprendo la sua infinita dolcezza che ha sempre
mascherato con un fare burbero.
Ho visto un gesto e ascoltato una frase che mi hanno fatto capire meglio il suo universo
Che destino strano ha il Papà, tra le sue braccia se ne è andata la sua mamma e ieri la mia.
Ti ho amata, ti ho contrastata.
Ti sono stato sempre vicino, sino alla fine.
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