Varie
Taccuino da Wight 7
Come l’ape vola da un fiore all’altro, io rivolgo lo sguardo sulle cose del mondo. Attraverso la pratica quotidiana della fotografia, raccolgo da tanti anni, volti e luoghi.
Esercito lo stupore che dovrebbe sempre abitare le nostre giornate.
Quando l’inverno il giorno è corto, buio e freddo, quando gli alberi sono neri come crepe nel cielo, diviene più facile immalinconirsi ma basta la vista di un fiocco di neve, rapidamente seguito da altri perché nei bambini si scateni la gioia.
Ogni giornata del mondo custodisce per noi delle sorprese ma talvolta non siamo neppure in grado di vederle, così compresi da gesti e pensieri reiterati.
Tutti dobbiamo lavorare per vivere e oggi questo pare ancora più difficile.
La colpa dello stato attuale delle cose la imputerei all’uomo che non sa godere del poco e sognare, concentrato solo su sé, sul possesso e sull’esercizio quotidiano dell’egoismo e della prevaricazione.
Molti anni fa circolava uno slogan: “l’immaginazione al potere”, credo fosse un bellissimo suggerimento che non è stato colto. Oggi più che mai la via d’uscita per una rinascita credo sia questa cominciando dal piccolo di ogni nostra giornata.
I popoli che hanno poco sole durante le loro giornate sanno far festa grande quando arrivano i giorni di luce, come batterie, si ricaricano per quando l’oscurità scenderà come un sipario per lunghi mesi.
Siamo in grado di godere la luce per poi accettare che scenda il buio?
Come l’ape vola da un fiore all’altro, io rivolgo lo sguardo sulle cose del mondo. Attraverso la pratica quotidiana della fotografia, raccolgo da tanti anni, volti e luoghi.
Esercito lo stupore che dovrebbe sempre abitare le nostre giornate.
Come il miele è una dolce alternativa allo zucchero così vorrei fossero i miei momenti di stupore che per semplicità si fanno “fotografie”.
2 Comments
donatella
Non so’ cosa scegliere tra le tue immagini e le tue parole….cmq sono sempre balsamo per l’anima…..e’ inutile dire che sono d’accordo……magari fossimo in tanti a pensarla cosi’ l’orribile si sgretolerebbe naturalmente.
rosi munari
Disattenzione (Wislawa Szymborska)
Ieri mi sono comportata male nel cosmo.
Ho passato tutto il giorno senza fare
domande,
senza stupirmi di niente.
Ho svolto attività quotidiane,
come se ciò fosse tutto il dovuto.
Inspirazione, espirazione, un passo dopo
l’altro, incombenze,
ma senza un pensiero che andasse più in là
dell’uscire di casa e del tornarmene a casa.
Il mondo avrebbe potuto essere preso per
un mondo folle,
e io l’ho preso solo per uso ordinario.
Nessun come e perché –
e da dove è saltato fuori uno così –
e a che gli servono tanti dettagli in movimento.
Ero come un chiodo piantato troppo in
superficie nel muro
(e qui un paragone che mi è mancato).
Uno dopo l’altro avvenivano cambiamenti
perfino nell’ambito ristretto d’un batter
d’occhio.
Su un tavolo più giovane da una mano d’un
giorno più giovane
il pane di ieri era tagliato diversamente.
Le nuvole erano come non mai e la pioggia
era come non mai,
poiché dopotutto cadeva con gocce diverse.
La terra girava intorno al proprio asse,
ma già in uno spazio lasciato per sempre.
E’ durato 24 ore buone.
1440 minuti di occasioni.
86.400 secondi in visione.
Il savoir-vivre cosmico,
benché taccia sul nostro conto,
tuttavia esige qualcosa da noi:
un po’ di attenzione, qualche frase di Pascal
e una partecipazione stupita a questo gioco
con regole ignote.