Arte, mitografia del quotidiano
Stefano Grondona ( encore)
L’altro giorno all’IMFI nell’ex Ospedale psichiatrico di Quarto parlai a Massimo di Stefano Grondona che da sempre indico come
“l’unico maestro” che ho avuto.
Agli studenti raccomando sempre questo:
SE TROVATE QUALCHE ARTISTA CHE VI INTERESSA, UN ARTISTA CHE VI PIACE, SE AVETE MODO DI CONOSCERLO, (SIA STATO
O MENO VOSTRO INSEGNANTE) ATTACATEVI AI SUOI CALZONI O ALLA GONNA, CHIEDETEGLI IL PERMESSO DI STARGLI
ACCANTO PER ASCOLTARE, VEDERE E IMPARARE TUTTO DA LUI!
Tutto ciò che ho appreso in camera oscura: l’interpretazione di un negativo e la valutazione di come possa esser stampato, lo
devo a Lui.
Tradurre nella tonalità dei grigi, dei bianchi e dei neri il mio microcosmo, lo devo a Lui.
Il punto di visuale più indicato, lo devo a Lui.
Stefano è stato un vero visionario, un’artista maledetto al 100%
un vero Amico.
Abbiamo vissuto momenti felici e altri più tragici e dolorosi assieme.
Fendevamo la nebbia dell’Appennino ascoltando Rock Bottom di Robert Wyatt …
L’ultimo complimento, (una settimana prima di morire) fu per le mie opere:
Belin, Terrile, ho visto parecchio tuo materiale attraverso la rete, sei diventato “Bravissimo”!
Sento ancora la sua voce con lo strascico della gente di Voltri…
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