mitografia del quotidiano
SONO UN BAMBINO CHE AMA STAR FUORI A GIOCARE
…è stata servita sul piatto all’umanità l’occasione di rintanarsi ancor più tra nickname e account nominali, tutti dietro uno schermo a lavorare/insegnare, tutti dentro uno schermo a mostrarsi vivere, come pesci in un acquario.
E’ successo, forse lo si voleva, forse lo si cercava. Nulla accade per caso!
L’uomo che s’adatta a tutto ora ha il suo VIDEOGIOCO , cosa succede?
Tutti in fondo felici di essere stati costretti in casa, gli scontenti x poter manifestarlo, i rassegnati per piagnucolarlo, gli indignati per gridarlo, tutti con la nostra bella finestrella digitale sul mondo.
Tutti improbabili e grotteschi attori di un brutto film di Fantascienza a picchiettare o strisciare le nostre impronte digitali su tastiere o schermetti unti dei refoli di vita, perchè la pelle, grazie a Dio ancora suda, o forse è grassa…la pelle VIVE!
Abbiamo tutti la nostra casella, abbiamo tutti il nostro IP usciamo con il lasciapassare.
Per aiutarci/avvisarci e dicono “salvarci” si creano APP che potranno tracciare anche i peti che ci lasciamo dietro muovendoci tra mura a equo canone dei nostri appartamenti.
Malinconici ci sentiamo persino vicini a tante star che adoriamo ma che vivono la stessa nostra laica clausura passeggiando nel giardino della villa con cani di razza tra viali di piante lussureggianti che il loro giardiniere ha amorevolmente curato.
Guardiamo concerti gratuiti, film gratuiti, tavole rotonde e proclami autoreferenti che grondano ignoranza, imbottiamo le caselle di amici di importanti clip che tra poche ore censurereranno perchè forieri di verità che ci vengono inevitabilmente nascoste.
Cantiamo,stendiamo stendardi e bandiere, ci fotografiamo con guanti e mascherina che poi, una volta per strada, portiamo sulle 23 come un cappello, un modo un po’ scanzonato di sfoggiare il capo oggi più cercato/indossato/gettonato perchè potrebbe salvare la nostra o altrui vite.
Vuoi per senso civico, vuoi perchè è giusto, vuoi perchè ti multano o in certi posti ti massaggiano col manganello alla fine siamo quasi felici delle restrizioni, felici di poterci lamentare e di poterci immolare per una causa non avendo fatto mai un cazzo o quasi per la collettività oggi finalmente ci sentiamo utili ?
Siamo esseri umani che si autoinfliggono una clausura anche eccessiva, perchè in fondo gli piace, perchè finalmente abbiamo trovato il nostro posto nella creazione… FARCI DA PARTE.
L’ottimismo è il profumo della vita !!!
5 Comments
Diego
“vivevo una gloriosa vita di perseguitato dagli atroci editti”…
Io sinceramente non godo a fare questa vita, anzi, non sopporto che lo stato scandisca i miei ritmi, s’intrometta nelle mie abitudini, né controlli il mio tempo e il mio spazio più di quanto già non faccia in condizioni di “normalità”, non sopporto le restrizioni che nella fattispecie mi sono state imposte e contesto l’operato non di questo governo, ma di qualunque governo possibile…
Alberto Terrile
Gilles Deleuze
Le società del controllo sono società rizomatiche. Il rizoma è un concetto cardinale della filosofia deleuziana che indica, attraverso un nome ripreso dall’ambito botanico, qualcosa di reticolare, anti-struttura. Attribuendogli una chiara valenza biopolitica, Deleuze e Guattari lo utilizzano per indicare la molteplicità, la creazione continua e la non-organizzazione, adatte secondo loro a descrivere la condizione postmoderna. In queste società, il tempo libero non esiste più: tutto si mescola, la vita dell’uomo non è più strutturata intorno a luoghi del potere, anzi, la sua vita è costantemente monitorata dal potere, perché lo segue fino a casa. Nel Panopticon di Foucault esisteva un punto di sorveglianza centrale, mentre ora la sorveglianza invade qualsiasi punto della realtà, paragonabile più che altro a un Grande Fratello che raccoglie informazioni e le trasforma in algoritmi: se una volta il luogo della sorveglianza era ben visibile e generava timore, oggi veniamo incoraggiati a non preoccuparci di essere controllati. In generale, qualsiasi cosa facciamo è tracciata e può essere in qualche modo utilizzata con o senza il nostro consenso: siamo persuasi ad accettare questa situazione come qualcosa di normale e naturale. Fondamentale per le società del controllo è mantenere un’illusione di libertà nell’uomo, che lo spinga ad agire normalmente: ciò che è importante sottolineare è come un organo del potere possa esercitare controllo su di noi lasciandoci fare esattamente ciò che vogliamo.
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Diego
Fin tanto che esisteranno governi, non potrà esserci libertà.
Mi verrebbe da dire che la libertà è uno stato della mente…
Diego
Sai cosa penso?
A volte mi è molto semplice lasciarmi andare a considerazioni negative sull umanità, quando sento il cieco rombare dei motori, il cieco obbedire di molti miei simili ad una vita fatta di doveri che li rende cattivi. Mi riesce fin troppo facile , quindi sento che non è la verità, o almeno non tutta: una piccola parte.
Sento invece che c’è bisogno di tutta la nostra energia per trovare il senso , per vivere pienamente, per arrivare alla morte senza rimpianti.
Bisogna imparare dalla Natura, che è madre, e si rialza sempre, maestosa, da ogni evento traumatico, indomita, lenta ed inesorabile, come un pachiderma o come uno sfarfallare di mille farfalline intorno ad una pianta di lavanda.
Bisogna produrre bellezza, come fai tu.
Il mondo lo cambiamo noi a seconda di come ci concediamo di vederlo: scegliamo sempre noi.
Le cose vanno male quando noi decidiamo di non esercitare questa responsabilità, la viviamo come un peso, invece è un dono, una fortuna , così come la rinascita umana è una fortuna, perché è piena di possibilità, che molto spesso ci dimentichiamo di avere.
Alberto Terrile
Daccordo su tutto.