mitografia del quotidiano
SILVANO DEI MONTI
Quando si avvicina il workshop d’ottobre, il mio pensiero vola in alto, verso il bosco di Silvano che il 3 febbraio del 2015 lasciò definitivamente il suo fazzoletto di terra salendo dritto al cielo.
Ogni mio passaggio sull’Appennino aveva il tempo per una chiacchera mentre con gesto di vergognoso orgoglio tenevi con dita torte, come le corna di camoscio, la sigaretta noncurante delle parole dei medici.
Il montanaro vive per abitudine più vicino al cielo , conosce l’eleganza del silenzio , parla con gli occhi e talvolta s’accompagna con un filo di voce raschiata dal dialetto e dalle sigarette.
So che i morti dei monti sono con noi, non possiamo vederli ma le loro anime giocano nel vento e staccano le foglie d’autunno per aiutare la stagione che arriva a fare meno fatica. Fanno cadere le castagne sul tuo sentiero mentre passi perché tu alzi lo sguardo anche solo un attimo verso l’alto. “Cercami tra le nubi e i rami secchi ,cercami nella carezza della neve , oltre l’azzurra lontananza delle nebbie , non smetter di cercare me, non smettere di cercare.
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