Riflessioni fotografiche, Ritratti
Siamo disposti ad ascoltare umilmente cosa l’Altro potrà dirci di noi?
“La fotografia è l’unico «linguaggio» compreso in ogni parte del mondo e, superando tutte le nazioni e le culture, unisce la famiglia umana. […] Ci permette di condividere speranze e disperazioni altrui, chiarifica condizioni politiche e sociali. Noi diventiamo testimoni oculari dell’umanità e della disumanità degli uomini…”
Helmut Gernsheim, Creative Photography: Aesthetic Trends, 1839-1960
Ogni volta che mi si chiede un servizio di ritratto, a discapito di una ultratrentennale attività da ritrattista avverto la grande responsabilità di quanto mi si richiede.
Cosa significa ritrarre? Ritrarre comporta l’esercizio dell’arte della descrizione del corpo e del volto al servizio dell’identità, significa per il soggetto fotografato esporsi a una lettura di se stesso più scoperta mettendosi nelle mani dell’ Altro.
Se ci accontentiamo di un’immagine superficiale e autocompiacente possiamo rivolgerci a qualunque umano disponga di una fotocamera, al contrario se cerchiamo di andare oltre il mistero che siamo, al di là dell’idea che abbiamo di noi attraverso l’ego sarà meglio metterci nelle mani di qualcuno che sappia operare nel giusto modo : un vero ritrattista
L’ego in realtà è l’immagine mentale che abbiamo di noi stessi, cosa pensiamo e come vediamo il nostro corpo, il nostro carattere e in generale il nostro essere.
Siamo disposti ad ascoltare umilmente cosa l’Altro potrà dirci di noi?
Tano D’Amico sostiene che “un immagine forse conta più per l’invisibile che c’è in essa che per le cose e le persone che fa vedere”. Sono totalmente d’accordo e ho accolto con piacere e con il mio consueto timore la richiesta di Antonella di fermare nel tempo i suoi 50 anni.
Antonella : architetto, compagna, madre , figlia, ragazza dai tratti androgini, donna seducente e altro ancora. Gli esseri umani sono come matrioske.
“Il volto è una rivelazione, incompleta e passeggera, della persona. Nessuno ha mai visto direttamente il proprio volto; lo si può conoscere soltanto riflesso nello specchio o per mezzo di una fotografia. Il volto non è dunque fatto per sé stessi, ma per l’altro o per Dio: è un silenzioso linguaggio ; è la parte più viva e più sensibile (sede degli organi dei sensi) che, nel bene e nel male, presentiamo agli altri. E’ l’Io intimo, parzialmente denudato, infinitamente più rivelatore di tutto il resto del corpo.”
Max Picard “ Il rilievo delle cose” Servitium editore.
Mi sono comportato come sempre creando relazione e dialogo, usando un giardinetto all’abbandono, flirtando con un timido sole primaverile mentre raccontavo qualsiasi cosa mi passasse per la testa poi, dopo due ore, compresi che avevo terminato il mio lavoro.
Siamo davvero disposti ad ascoltare umilmente cosa l’Altro potrà dirci di noi?
Leave a reply