mitografia del quotidiano
“Se”
La vita ci sorprende continuamente , a volte ci fa lo sgambetto, altre ci premia con piccole schegge di luce. La vita ci racconta le storie delle più profonde brame del cuore, il caleidoscopio dei desideri e delle speranze e noi l’ appesantiamo con i nostri “se” perchè siamo degli egocentrici incapaci di apprezzare ciò che viene donato, quanto ci spetta. Io non differisco dagli altri. Il “se” mi appartiene anche se credo in colui che è più grande di tutti gli umani. La mia vita è così piccola eppure mi ostino a immaginarla così importante al punto di pensarla unica. Per dimensionarmi ancora una volta , ho visto accadere in successione molte cose dolorose, non facevo in tempo a accusare il colpo che ne giungeva un altro che pareva peggio. Ho cominciato a sfoderare molti “se”, ma erano tutti inutili. Smisi di mangiare , il sonno scomparve, deperivo a vista d’occhio somatizzando tutto e le cose peggioravano inevitabilmente. Mi sentivo come un girasole che si piega perchè viene a mancargli il sole , l’acqua e i minerali di cui necessita. Poi, guardai una pianta grassa appartenente alla famiglia delle Echinopsis, un tipo di cactus spesso coltivato sui balconi che fiorisce per un giorno solo. Accade tra aprile e ottobre, a partire da dopo il tramonto e in genere fiorisce per circa 10 ore.
Ma il cactus non pensa “se” io fossi un’altra specie durerei di più.
Sia che io mi esalti , sia che io mi disprezzi, finirò sempre per perdere il contatto con la mia (sciocca) verità distorgendo la mia visione della realtà.
Ieri è stata una bellissima giornata di 10 ore…
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