Amore, mitografia del quotidiano
SAN GIUSEPPE
Giuseppe Terrile classe 1930
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Alberto, usi 5 aggettivi per descrivere suo Padre:
IMPULSIVO
STRATEGICO
INCORRUTTIBILE
IMPOSITIVO
IRREMOVIBILE
Mia Madre è stata per 60 anni la mia confidente, spiccando il volo mi fece un regalo che compresi di lì a poco.
Mi regalò “la comunicazione con mio Padre”.
Cambiare punto di visuale sarebbe lezione di fotografia ma sotto shock per la perdita materna m’era sfuggita questa nuova e inedita prospettiva.
Ho imparato le regole del calcio per poter condividere la sua passione per il Genoa io che non sapevo neppure quale fosse il numero dei calciatori in campo.
Ho capito meglio la sua passione per i numeri e i calcoli, io che venni rimandato in matematica e che ancora mi aiuto contando con le dita.
Ho ascoltato i racconti della sua vita le storie dei suoi parenti scoprendo anche altri aspetti che non potevo conoscere.
Spesso le sue dichiarazioni smontavano la figura della parente buona con me e iena con marito, fratelli e sorelle.
La cassapanca piena di bollettini parrocchiali che ereditò da un parente prete che gli aveva fatto creder bimbo in chissà quale tesoro e la conseguente delusione.
L’unica volta in cui suo papà lo portò a fare un giro con lui.
Ho capito molte cose mettendo a registro certe forti contrapposizioni che ci hanno fatto fare furiosi litigi, porte sbattute, fughe di casa.
Accetta con orgoglio il lento declinare delle forze, le limitazioni date dall’età e dalle malattie.
L’ho scoperto tardi, non aveva mai tempo correndo da un cantiere all’altro, tra Roma, gli emirati arabi e tanti altri paesi dove ha portato le sue competenze di ingegnere edile.
Quando vedo i disastri di ponti che crollano, marciapiedi che sprofondano, colline che franano, tubazioni che esplodono lo guardo e da lui ho la migliore risposta.
In fondo un figlio cosa cerca da suo padre se non una risposta?
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