Sulla fede
QUANDO SALGO IN ALTO
Quando salgo in Alto mi sento più vicino al cielo e a chi, per un mio credo che ha radici nell’infanzia, lo abita.
Oggi però, tra le nuvole non ci sono più le nonne, gli amici scomparsi, i papà e le mamme che se ne sono andati anzitempo, oggi tra le nuvole ci sono i nostri files, i nostri dati, le nostre brutte fotografie.
Che tristezza questo mondo che Arthur C. Clarke, scrittore, aveva profetizzato nel 1964 :
“Le città potrebbero non esistere più nel 2000, non a causa della bomba atomica ma per gli incredibili avanzamenti delle telecomunicazioni, che saranno resi possibili grazie ai satelliti, rendendo pensabile un mondo nel quale comunicheremo costantemente, indifferentemente dal luogo in cui ci possiamo trovare e senza conoscere l’ubicazione fisica dei nostri amici. Tra 50 anni sarà possibile che una persona svolga il suo lavoro a Tahiti o Bali, nello stesso modo in cui potrebbe farlo a Londra”.
Ho dedicato buona parte della mia vita a indagare il concetto del rivolgere lo sguardo e le nostre azioni IN ALTO dopo aver preso atto che l’orizzontalità del vivere mi appartiene, giorno dopo giorno, sempre di meno.
Quando si vive per il lavoro, per l’affermazione del proprio status, per la forma fisica che deve esser perfetta secondo canoni estetici che mutano completamente, quando si vive per avere al fianco la più bella e il più bello, per generare figli che dovranno essere la nostra estensione o rivincita nei confronti della società e degli altri , secondo una mia personale opinione si vivrà sempre male e si sarà sempre insoddisfatti.
Quando la mia vicina, Lina di novantadue anni, mi chiama per ringraziarmi per i gialli che le ho lasciato davanti alla porta mi si disegna in volto un sorriso, quando mi dice che quest’anno a causa dell’occhio colpito dal fuoco di Sant’Antonio ha letto meno, solo 172 libri, mi illumino perché è bello avere un’amica così che continua a desiderare la Vita.
Io che amo i libri, lo confesso, non riesco a legger così tanto e anche fossi in vacanza o in pensione non ce la farei proprio.
Mio padre di 89 anni ha una media simile a quella di Lina, entrambi ragionano a meraviglia e godono di ottima memoria, hanno il cervello in perfetta forma, allenato con la giusta ginnastica.
Leggere e vivere in rete, la profezia di Clarke sopracitata, ci velocizza per certo ma impoverisce giorno dopo giorno il nostro cervello e determinate facoltà.
Quando salgo in Alto mi sento più vicino al cielo e a chi, per un mio credo che ha radici nell’infanzia, lo abita.
Oggi però, tra le nuvole non ci sono più le nonne, gli amici scomparsi, i papà e le mamme che se ne sono andati anzitempo, oggi tra le nuvole ci sono i nostri files, i nostri dati, le nostre brutte fotografie.
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