mitografia del quotidiano
Quale Volto
1965
“Il volto è una rivelazione, incompleta e passeggera, della persona.
Nessuno ha mai visto direttamente il proprio volto; lo si può conoscere soltanto riflesso nello specchio o per mezzo di una fotografia. Il volto non è dunque fatto per sé stessi, ma per l’altro o per Dio: è un silenzioso linguaggio ; è la parte più viva e più sensibile (sede degli organi dei sensi) che, nel bene e nel male, presentiamo agli altri. E’ l’Io intimo, parzialmente denudato, infinitamente più rivelatore di tutto il resto del corpo.”
Max Picard “ Il rilievo delle cose” Servitium editore.
Il corpo vede con i sensi, l’anima sente e reagisce, lo spirito, ricolmo di presenza divina, comprende e agisce. L’immagine che presentiamo di noi stessi è troppo spesso compiacente ,quasi immobile come la superficie di uno stagno. Desideriamo mostrarci sempre diversi, un poco più buoni e migliori di quanto non si sia nella realtà. C’è un senso forte di narcisismo che va contro la gravità e anziché farci scendere nelle profondità di quel metaforico stagno ci trattiene sulla sua superficie, galleggiando a morto; una fotografia, l’oggetto fotografico cosa è se non la piatta morte di un attimo? Vedere l’uomo soffrire non è cosa piacevole ma quello è il momento del “disvelamento”, cade la maschera quando si soffre fisicamente o spiritualmente, siamo quel che siamo, innanzi agli altri, innanzi a Dio.
…nel momento in cui mi venne comunicata la morte di mia zia..
2017 commozione// Le emozioni che proviamo sono, come dal loro etimo “ex movere”, un movimento che parte da noi per proseguire poi verso l’esterno
Ogni essere umano possiede un volto interiore ben diverso da quello che ogni giorno presenta all’ Altro. Quel volto si modifica di continuo perché dipende dalla vita psichica dell’individuo. Abbiamo un volto in Alto, un volto dell’anima che come un arcobaleno permette che il suo splendore attraversi per un attimo il nostro volto fisico.
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