Riflessioni fotografiche
QUALCOSA DI ME
Turbolenze in casa tra malesseri dei miei genitori non più giovani, maltempo e altre forme di contrarietà che siedono tiepidamente sulla parola “lavoro”.
A tratti sono bravo nel combattere, talvolta nel difendermi ma se desidero “sospendermi” cammino senza posa per chilometri e chilometri tra il centro città e la mia casa a Quarto.
Cammino e penso per immagini. Per scacciare ansie, malinconie e timori muovo le gambe accorgendomi di quanti pensieri stupidi io sia capace.
Quando galleggio in questa penombra l’unica chance che conosco è fare il mio lavoro che consiste sostanzialmente nel fotografare.
Questo ho fatto l’1 e il 2 novembre andando a trovare Liliana che con allievi comuni dirigeva i suoi laboratori di Light Painting al Festival della scienza.
Spiegare in due parole alla gente cosa è la fotografia o sedermi per terra in Largo Pertini o al museo di Villa Croce è stato il mio modo di non soggiacere a dolori, ansie e altre forme di paranoia donando qualcosa di me.
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