Stefano Grondona e l’auto abbandonata

Sulla strada per Montespecchio

Autunno 1982

Non posso “non sospirare” guardando questa foto.Ripenso al tempo in cui è stata scattata, ai sogni correlati a quel periodo e a tanti dolori che di lì a poco si sarebbero palesati. La giovinezza è quella stagione dell’Anima in cui aspiri la vita, talmente in profondità, al punto di sentirla bruciare dentro te. Ho sempre detto che “non credo ai maestri o coloro che si definiscono tali” e quando qualcuno si indirizza a me con quel titolo, dopo un nanosecondo di quasi ovvia vanità, provo imbarazzo.

Stefano l’ho definito l’unico maestro, colui che per comunanza di cose ho frequentato proprio nel momento giusto, quando stavo cercando di organizzare il mio mondo di segni.L’ho conosciuto che dipingevo e talvolta scattavo qualche timida fotografia, gli chiesi se fosse disposto a insegnarmi la camera oscura e lo fece. Per un anno andai da lui ogni mercoledì. Il Mercoledì è il giorno che da oltre 10 anni ho scelto a Genova per INSEGNARE FOTOGRAFIA al corso BASE, quello libero a tutti.

Al di là dei processi di stampa e di lettura del negativo….che chiunque avrebbe potuto insegnarmi, Stefano capì da cosa ero attratto e dove esisteva comunanza. Eravamo sedotti dal mistero, dal “magico”, dalla realtà nascosta e dalla cultura underground con predilizione per l’epoca della psichedelia.

Corre il vento del grande mare rovesciandosi tra le piante e i terrazzi, creando scompiglio nelle nostre piccole vite, salimmo sulla mia auto, lasciammo scogli e marosi per dirigerci nei campi della mente…dove anzichè danzare…cominciammo a FOTOGRAFARE.

Era la prima volta…e fu l’inizio di tutto.

La sua frase sul PUNTO DI VISUALE che maggiormente amo…ascoltata sotto un albero dell’appennino mentre una coltre di nebbia ci rendeva quasi invisibili l’uno verso l’altro fù :- MUOVITI E GUARDA COME FAREBBE UN GATTO CHE STRISCIA NELL’ERBA…..

Tutto è partito da lì….1982….l’epoca di questa foto molto cinematografica…entrambi amavamo il cinema….