Nicola “Chicco” Alcozer
Genova / Teatro dell’Archivolto
31 ottobre 1997
La fotografia è custode del nostro e dell’altrui tempo. Quando guardo una mia stampa compio un balzo a ritroso e, come per miracolo, quasi fosse un’esperienza extracorporea, mi ritrovo altrove in compagnia di chi non è qui mentre scrivo.
Questa sera ho freddo e anche un filo di nausea, forse ho chiesto troppo alle mie energie vitali. Questa settimana che volge al termine ha duramente segnato la mia parte sensibile : disguidi, malintesi, frasi dette con leggerezza da persone che hai avuto vicine , rabbie e livori per delle sciocchezze che forse, a chi è più giovane, sembrano plausibili.
La fotografia trattiene il tempo e se ripensata (ogni volta che la ristampi dopo decenni ripensi e riscrivi quel tempo che non sarà più eguale a sé stesso) ti apre le porte di un luogo riparato della tua esistenza, un posto dove hai trascorso i giorni della vita col loro carico di gioia, di fatica e responsabilità. Ieri come oggi la realtà sembra essere nelle mani degli arroganti e dei potenti, una realtà impugnata con destrezza da tanta gente senza scrupoli che specula e vive sulle spalle degli altri. Basta uscire per strada o aprire il web per accorgersene.
Nicola “ Chicco” Alcozer mi chiese se, dietro pagamento di un cachet, mi fossi potuto prodigare in un dietro le quinte, in quello che comunemente viene definito un backstage. Lo spettacolo era quello col quale l’Archivolto debuttava nella sua nuova sede, che è poi quella attuale in piazza Gustavo Modena, e si chiamava Snaporaz/Fellini
Lo feci come sempre con passione, con la mia vecchia Hasselblad, le mie pellicole 120 e le mie continue paure di non essere all’altezza di qualsiasi situazione dovessi affrontare.
A quel tempo bevevo “forte”, talmente forte dall’arrivare a decidere parecchi anni dopo che forse sarebbe stato intelligente dare un taglio a quella medicina che mi autosomministravo.
Non fu semplice, patii nel corpo e nella psiche ma riuscii a dire basta. Sono diciannove anni che non tocco una goccia d’alcol.
Oggi riguardo “Chicco” e vedo una foto che trovo molto bella, ma attenzione è un’immagine che a me parla una lingua e dice cose che probabilmente non sono le stesse per chi la guarda senza conoscere lui e senza conoscer me.
Oggi troppi hanno l’illusione di conoscere l’altro, solo perché attraverso il virtuale spianiamo album in rete che ci raccontano ( e sono nuovamente delle fotografie, più spesso definibili istantanee) che ci mostrano nei nostri momenti mediamente gioiosi o vacanzieri.
A 55 anni mi sono fatto una mezza idea di chi forse “sono” e delle cose verso cui tendo.
Pertanto, evito di cadere nella trappola di giudicare l’altro affrettatamente e inganno il tempo continuando a scattare le mie fotografie.
Nicola al trucco e io nello specchio
Michele Foresta ( il mago Forrest) e Nicola Alcozer
Chicco
Realizzata con: Hasselblad e Contax RTS II
Pellicola: Kodak T Max 400 e Kodak T max 3200
Anno: 1997
Luogo: Genova, Teatro dell’Archivolto
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