Nel giardino dove un tempo ho giocato
Genova Quarto
24 Luglio 2002
Ore 13:00
Circa 15 anni fa scrivevo :
Sono sempre stato molto solo, anche in compagnia. Da bambino in certi momenti era come se sparissi, entravo nel mio mondo dove non c’erano ingiustizie, dove il cielo era blù intenso e forte era l’odore delle piante. La gente era buona e quando accadeva qualcosa di brutto, quando il male si palesava, era una “finzione”, chi moriva si rialzava e ritornava a vivere. Nel mio mondo di fantasia la resurrezione era una costante. Quando riemergevo alla realtà, richiamato da mia madre perché dovevo mangiare o altro, rientravo mio malgrado al mondo dei più, alla vita di tutti. Ci sono bambini con lo sguardo adulto, altri che sembrano in acido con gli occhi spalancati pronti a inghiottire lo spettacolo del mondo, io appartengo ad entrambe le categorie. Ho individuato nella creatività, quel luogo magico nel quale rifugiarmi . Oggi non è più così idilliaco come un tempo e questo perché io cresco e il mio mondo con me, se mi disilludo, anche qualcosa in lui cambia, ma la potenza espressiva resta, la forza dell’immaginazione è la sua gravità.
Portai Paola due estati fa nel piccolo giardino condominiale dove ho giocato a lungo. Là resta ancora uno scivolo arruginito e due altalene, piccolo avamposto a difesa della “memoria del gioco” per contraltare i condomini ( gli adulti) che vedono in quel fazzoletto solo possibili nuovi posti macchina.
Non ho e “non voglio” aver nulla a che spartire con quel mondo adulto al quale appartengo unicamente per età anagrafica. Quello è il mondo di chi ha smesso di giocare, sognare e immaginare. Un mondo esteriore e orfano di poesia.
Lo scivolo fotografato di sera appoggiato ad un albero trattenendo il respiro 1/2 secondo con l’85 mm
Paola seduta sull’altalena 2015
Realizzata con: Hasselblad 500 cm
Pellicola: Kodak T Max 400
Anno: 2015
Luogo: Genova, condominio di Corso Europa 1119
Leave a reply