L’estate del 96
Les Aigues Vives
1996
Le cose sono là che navigano nella luce, escono dal vuoto per aver luogo ai nostri occhi.
Noi siamo implicati nel loro apparire e scomparire, quasi che fossimo qui proprio per questo.
Il mondo esterno ha bisogno che lo osserviamo e raccontiamo, per avere esistenza.
E quando un uomo muore porta con sè le apparizioni venute a lui fin dall’infanzia,
lasciando gli altri a fiutare il buco dove ogni cosa scompare.
Gianni Celati // Verso la foce
L’estate era la pausa verde. I tigli che disegnavano alcune vie del centro parevano poca cosa rispetto ai boschi di roverella che nascondevano piccole case arrampicate ai monti.
L’estate erano i tre mesi per fare quelle esperienze che mai avresti trovato sul libro di scienze. Era il tempo del fieno, delle amarene. Il tempo delle gambe scoperte per tenere in grembo con la gonna che si fa sacco le prime mele mature da portare in casa.
Guardo in fondo agli occhi dei bambini, desidero capire cosa significa per loro “il tempo delle vacanze estive” al di là dei compiti assegnati dalle maestre.
Quando ero piccino, la Maestra era un riferimento forte. Sono certo avesse un marito e sicuramente anche una figlia ma la sua influenza era talmente infinita da farla risplendere unicamente come la signora spruzzata di grigio che insegnava i significati e la forma tonda delle parole. La rivedo, il capo lievemente piegato da un lato, accompagnato da un sorriso mentre disegnavo: aveva il dono di individuare il talento dei suoi ragazzi.
Oggi mi pare manchino queste doti nella famiglia, nella scuola e nel mondo del lavoro.
Oggi che la Vanitas poggia saldamente i piedi sulla superbia aver talento non fa più la differenza. La felicità è direttamente proporzionale a quante volte appari, dove appari e a fianco di chi appari, a prescindere dal fatto che tu sappia fare quel tanto o non sappia fare assolutamente nulla.
…chiudo gli occhi, aspiro a fondo l’aria che profuma di tiglio e torno ancora un attimo, con zuccherina malinconia, alle mie estati felici.
alberto t
Realizzata con: Hasselblad 500 CM
Pellicola: Kodak T Max 400
Anno: 1996
Luogo: Les Aigues Vives Provenza
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