Il bacio
Piani di Praglia
Estate 1986
Amare l’altro così com’è , con il suo realismo, con la sua gioia come con la sua tragedia.
Gli occhi s’incontrano , le mani si cercano in fretta e i cuori, finalmente, cantano a festa.
Non ne potevamo più di non trovarci.
(Alberto T 4 marzo 2018)
Mi considero una sorta di contemporaneo cantastorie. Dopo anni di sperimentazione prima pittorica e poi fotografica mi sono consacrato al raccontare delle piccole storie.
Recentemente a Breslavia ho illustrato il mio lavoro con i disabili per un pubblico attento. Per avere un buon impatto ho unito alle immagini le mie parole conscio che la lingua italiana ha una grande musicalità. Pochi giorni dopo, raccontandomi in un’intervista ho detto:- Vorrei editare del materiale che ho realizzato da tempo, trovare la forma libro per diffondere la mia visione attraverso la fotografia. Dopo una mostra ti rimane poco, anche se si realizzano i cataloghi, ma non lo trovo sufficiente. Oggi è difficile realizzare un libro piuttosto che un catalogo. Il problema è far sì che il tuo materiale arrivi nelle mani giuste e trovare qualcuno che sia disposto ad investire, perché altrimenti è tutto autofinanziamento. Il punto è dare valore alle cose, ma è qualcun altro che lo deve fare; non possiamo noi autori in prima persona dare un valore al nostro stesso lavoro, è un esterno che lo deve riconoscere. Sono pochi quelli disposti in questo senso a investire.
Amo le Lectio i workshop e le conferenze, perché se non può parlare un libro mi sposto io per raccontare e diffondere queste storie proprio come una sorta di cantastorie. Vado in giro a mostrare e spiegare le mie foto e quello che si nasconde dietro. La parola che si fa metatesto per la fotografia è una cosa in cui credo moltissimo.
Nel caso di quest’immagine scelsi la forma del racconto vero. Una coppia di amici stava vivendo la fase più bella del rapporto, la “nuvola rosa”, quel momento in cui stai cominciando una relazione e vivresti nel/del respiro dell’ Altro. Paola e Cristiano manifestavano questo stato di grazia stando spesso appartati a scambiarsi effusioni. Chiesi quindi, complice una domenica, se fosse stato possibile avvicinare uno di questi loro momenti passionali con la distanza di un 300 mm. Non ho la sindrome del vojeur ma i loro baci e abbracci, congiunti alla bellezza della loro età erano strepitosi. Posi l’apparecchio su un cavalletto in giusta distanza e aspettai che giungesse il momento delle effusioni.
Amo la verità e detesto la finzione fotografica. Trascorremmo del tempo assieme, eravamo un gruppo di amici, sino a quando non li vidi che stavano per tuffarsi uno nello sguardo dell’altro.
Mi feci indietro e raggiunsi la macchina, aggiustai l’inquadratura e con discrezione scattai 4/5 fotografie in bn. Feci anche due piani ravvicinati che campeggiano dal 1986 in casa mia, due immagini in cui tenerezza e sensualità vanno per mano.
Immagini dell’ Amore per il tempo in cui questo dura. Come potrete immaginare, entrambi hanno oggi altre vite e famiglie ma i loro abbracci, quei baci esistono e sono visibili, testimoniati da un piccolo grappolo di fotografie dell’estate 1986.
Realizzata con: Contax 137
Pellicola: Ilford Hp5
Anno: 1986
Luogo: Piani di Praglia
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