29 luglio 2015 10:35
Genova Monte Fasce
29 luglio 2015 10:35
TALMUD
Ogni filo d’erba ha un proprio Angelo che lo incoraggia sussurrandogli : Cresci!
Quando decisi di partire per realizzare questo Angelo, non avevo un’idea precisa di cosa avrei fatto. Ho scelto di andare con Federica sui luoghi dove ero uso trascorrere il tempo da solo a leggere , posti dove mi dilettavo nell’arte del sogno a occhi aperti: tutto ciò che non è realizzabile lo puoi comunque immaginare.
Sono sempre stato molto solo, anche in compagnia. Da bambino in certi momenti era come se sparissi, entravo nel mio mondo dove non c’erano ingiustizie, dove il cielo era blù intenso e forte era solo l’odore delle piante. La gente era buona e quando accadeva qualcosa di brutto, quando il male si palesava, era una “finzione”, chi moriva si rialzava e ritornava a vivere. Nel mio mondo di fantasia la resurrezione era una costante. Quando riemergevo alla realtà, richiamato da mia madre perché dovevo mangiare o altro, rientravo mio malgrado al mondo dei più, alla vita di tutti.
Per vocazione ho scelto il mondo dell’ Arte, l’ho preferito perchè nella mia ingenua idea di purezza mi consentiva di “dare la mia versione delle cose”.
Quando accosto l’occhio al mirino della fotocamera riconosco subito “il mio ordine”. Questo significa che attraverso l’inquadratura offro la mia visione e dono il mio assetto alle cose del mondo. Lo scatto è quindi solo il punto di partenza, la prima impressione che consegno alla pellicola. Quando fotografo in analogico, scatto quello che sento e non quello che vedo sul display.
Una buona foto “di carta” resta nel tempo . Potrai ristamparla in camera oscura e renderla più dolce o dura nei contrasti a seconda dell’umore , di come “la senti” quando riprenderai in mano il suo negativo, ma non ne cambierai mai l’impianto strutturale, l’architettura, lo scheletro. Quello che hai visto, quindi “ciò che hai provato” è lì in quel rettangolo che “custodisce” il tuo piccolo mondo di rappresentazione.
In camera oscura foto di Ilaria Caprifoglio
Quando stampi una fotografia fai delle mascherature, disegni una coreografia con le mani sotto il fascio di luce dell’ingranditore, quando stampi fai esperienza di quanto possa essere determinante la stessa frazione di secondo che normalmente, nel flusso temporale scandito di una giornata, passerebbe per “insignificante”.
La FOTOGRAFIA è “ la mia forma di meditazione ”.
Mentre controllo i miei negativi foto di Ilaria Caprifoglio
Realizzata con: Hasselblad 500 CM
Pellicola: Kodak T Max 400
Anno: 2015
Luogo: Genova
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