Emanuela / Hennebique / Schegge didattiche del 2007
2007
Nel 2007 con uno dei miei corsi liberi avanzati lavorai sulle rovine dell’Hennebique. Tra le mie imprese didattiche questa è stata per certo una delle più audaci. Operai in sinergia con la proprietà ma lo stabile era e credo sia ancora dimora di “losers”.
Monsieur Hennebique era riuscito a brevettare il suo cemento armato nel 1892, dopo anni vissuti da semplice muratore tra la Francia e il Belgio. Il materiale, così innovativo che lui stesso lo rese celebre con lo slogan «Plus d’incendies desastreux» (Basta incendi disastrosi), in realtà era già stato registrato qualche anno prima, ma Hennebique riuscì a costruirci sopra (è proprio il caso di dirlo), un impero commerciale trans-continentale. Alla fine dell’Ottocento, il sistema brevettato arriva in Italia, e nel 1901 Giovanni Antonio Porcheddu firma il Silos granario di Genova, conosciuto oggi soltanto con quel nome retrò che rinvia ad antichi ricordi, quando nel porto attraccavano i vapori e i baffi a uncino erano d’ordinanza.
L’Hennebique è un gigante di oltre 220 metri, abbandonato addirittura da quarant’anni, nonostante goda della migliore posizione in assoluto al centro dello scalo di Genova. È la prima struttura che si incontra arrivando dal mare. L’edificio aveva la funzione di contenere e smistare i carichi di grano provenienti dalle navi mercantili, ma già all’inizio degli anni ’70 aveva perso la sua utilità. Insieme con il silos abbattuto nel 2002 su Ponte Parodi, costituiva una delle strutture più imponenti del porto, ma ancora oggi, con i suoi 38 mila metri quadrati calpestabili, su sei piani, rimane un colosso affascinante e al contempo uno specchio di degrado e disagio.
A quel tempo vivevo un momento assai difficile della mia vita personale e come da prassi, quando qualcosa dà dolore, io opero per una catarsi fotografica. Al suo interno ambientai 5 piccole storie , Emanuela, che compare nella mia foto ne interpretò una.
Realizzata con: Canon Eos Mark I
Pellicola: //
Anno: 2007
Luogo: Genova
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