Antonio Porcelli
Genova
Marzo 1987
Antonio Porcelli nasce ad Acqualagna (PU) nel 1949 e muore a Genova nel 1995.
Poliedrico ed in continua mutazione appare il lavoro di Antonio Porcelli, che, giunto a Genova alla fine degli anni ‘70 , da subito si inserì nell’ esigua cerchia di artisti che cercarono di stimolare con idee e iniziative il contesto culturale artistico della città. Nato ad Acqualagna nel 1949 si diploma all’istituto d’arte d’Urbino e consegue il diploma al corso di Magistero-Sezione animazione, ceramica, legno e metallo.
Dal 1970 inizia il suo lavoro di insegnante, da prima in Sardegna fino al 1977 e poi dal 1978 a Genova, presso il liceo artistico Paul Klee , dove insegnerà arti visive fino alla sua prematura morte.
Alla base di tutta l’opera di Porcelli c’è il tentativo di dimostrare la necessità di riacquisire il possesso del ruolo dominante dell’individuo, sia come soggetto che come esecutore dell’arte, intenzione portata avanti con ironia, impegno e sperimentazione.
Le opere della prima metà degli anni ’80 si rifanno alle immagini e ai prototipi della comunicazione di massa; insegne, luci al neon, Silicone bianco e nero su ingrandimento fotografico, 104 x 73 cm. giochi elettronici con connotazioni neo-dada e pop e rimandi a una cultura futurista e sono realizzate con brillantine di vetro dal cromatismo acceso e violento.
Dal 1986 l’artista si dedica sempre più esclusivamente all’attività perfomativa e alla produzione di video, rielaborazioni fotografiche e serigrafie legate alle performance: il discorso si incentra sull’uso del corpo come soggetto/oggetto della sua arte in una contaminazione tra body-art e pittura e con un accentuarsi della componente esistenziale nelle ultime prove dove i corpi diventano metafora di malattia e morte.
Dalla metà degli anni ‘80 inizia un’attività espositiva sistematica e sempre più intensa che lo porta da Cortina a Bari, da Milano a Firenze a Londra e a Claremont in Australia con mostre personali e numerose collettive,fino ad esordire con la sue prime performance del 1986 -Heroes juist for one night- tenutasi allo Psyco Club di Genova, un locale -off-, aperto alla contaminazione tra diversi linguaggi . Molte sue performance si tennero in spazi diversi da quelli tradizionalmente deputati all’arte: club, discoteche, spazi urbani chiusi o aperti, cave di marmo, ecc, ma il suo rapporto con le gallerie fu costante e proficuo e si concretizzò con esecuzioni del suo lavoro direttamente negli spazi espositivi, quando questi risultavano idonei all’esigenza del suo progetto, e con allestimenti delle sue istallazioni.
Marco Firinu & Antonio Porcelli
io e Antonio, dopo il 77 … , probabilmente fu quell’anno che partimmo da genova il giorno che finirono le lezioni al liceo dove insegnavamo, e facemmo il tour del mediterraneo … genova, sardegna, sicilia, tunisia, di nuovo sicilia e sardegna…. rientrammo a genova lo stesso giorno in cui re-iniziavano le lezioni, e scesci dal traghetto salimmo a scuola abbigliati più o meno così …
Questa foto è un omaggio a quei bei tempi e a lui, a chi se lo ricorda, a chi gli ha voluto bene. ( Marco Firinu)
Realizzata con: mamiya rb67
Pellicola: Kodak T Max 400
Anno: 1987
Luogo: Genova
9 Comments
Bruno Olivieri
Ho avuto l’onore di conoscere Antonio Porcelli a Cagliari, quando frequentavo il Liceo Artistico. Era l’anno scolastico 1976/77 e lui fu il mio professore di Ornato Disegnato. All’epoca continuavo a coltivare la passione per il fumetto che credo di aver sempre avuto fin dall’età prescolare, ma in quel periodo nella mia città le possibilità di confronto con gli addetti ai lavori in questo campo erano praticamente nulle, così come le conoscenze specifiche degli insegnanti che, oltre alle indispensabili nozioni accademiche, ben poco sapevano del linguaggio proprio del fumetto. Mi limitavo a scarabocchiare i personaggi dei fumetti che più mi piacevano o a crearne di miei, nei primi tentativi di realizzare delle strips che avessero un senso compiuto. Un giorno Antonio notò i miei disegni e con grande sorpresa personale mi incoraggiò a continuare. Mi parlò della sua esperienza nel campo del fumetto e del personaggio di una maestra irriverente che aveva disegnato per un mensile dell’epoca. Fu il primo a spiegarmi le tecniche, a descrivermi i materiali e gli strumenti, a darmi quelle nozioni necessarie affinché potessi progredire e affinare lo stile e correggere gli errori.
Poi come spesso nella vita accade, le nostre strade si divisero e di lui non seppi più nulla finché una mia ex compagna del liceo che reincontrai dopo molto tempo, mi informò della sua prematura scomparsa avvenuta qualche anno prima. Mi dispiacque parecchio, perché oltre al resto non ho mai potuto ringraziarlo e non ho mai potuto fargli sapere che se oggi faccio il fumettista di professione, lo devo principalmente a lui che fu il primo a incoraggiarmi e a farmi credere che ne sarebbe valsa la pena di insistere.
daniele parolini
Daniele. Ciao Bruno, non ci conosciamo, ma abbiamo questo ricordo comune di Antonio, ci fa molto piacere aver letto il tuo scritto, Antonio era un grande Artista. doveva venire al nostro matrimonio in giugno del 95, purtroppo se ne andò. Quando lo vedevamo ci riempiva di gioia ed emozione. Lo pensiamo ancora nei ricordi e soprattutto lo vediamo nei due lavori suoi che abbiamo in casa. Siamo stati onorati di averlo conosciuto. Questa tua testimonianza esprime a pieno la sua grandezza. daniele con luciana.
Elisa Napolitano
Io ero nella sua ultima quinta al liceo, eravamo piccoli ragazzini viziati e vogliosi di creatività, penso che ci amasse e ci odiasse allo stesso tempo ma sono certa che era orgoglioso di ognuno di noi per quel che era riuscito a farci tirare fuori in quei tre anni che ci aveva imboccato.
Ricordo ogni sua sfuriata quando sapeva che non ci avevo messo impegno ma ricordo anche ogni volta che mi ha invece lodato e incoraggiato a fare di più, nella vita, nell’arte, più che nella scuola.
Ricordo con dolore ancora adesso l’ultima volta che l’ho visto… per la prova d’esame… e non scorderò mai la telefonata della sera dell’esame stesso.
Non sarei io se non avessi incrociato grandi persone come Antonio.
Alberto Terrile
Possiamo dire realmente di ESSERE (anche) grazie agli incontri che facciamo. La vita è “molte cose”, la maggior parte di queste tendiamo a non calcolarle o collocarle al loro giusto posto. Non esiste il caso, l’accidente, tutto segue delle perfette trame, la vita è un arazzo che tessiamo …ma non completamente da soli.
giovanni germini
ricordo antonio. fu il mio primo professore del mio primo giorno di liceo artistico a genova.e ricordo la sua 1 lezione”STANNO COSTRUENDO CENTRALI NUCLEARI E NOI QUI A FARE DISEGNINI”.lo sentimmo subito vicino .in seguito ,diventammo la sua classe preferita, andavamo a casa sua e alcuni di noi ,tra cui me, avemmo con lui un rapporto che andava oltre la scuola,fatto di viaggi cene macrobiotiche (era il 79 80 e pochissimi a genova sapevano cos’era).l’abbiamo amato molto anche quando non fu piu’ il nostro prof.Non ho mai saputo cosa fosse ornato disegnato ma con lui imparai a conoscere Borroughs , Ginsberg,il dada, Pazienza, il male. cannibale ,munoz e sampayo ranx x,e sopratutto a diffidare del preconfezionato.Mi insegno’ a esprimere tutto quello che mi passava per la testa facendomi superare la paura del foglio bianco e ci introdusse nei canali meno battuti dell’arte.Finita la scuola non lo rividi piu’ per quasi 10 anni ,;avevo poche notizie,so che viaggiava parecchio per le sue mostre e che avava cominciato a piacergli vedere le partite di calcio,il che mi fece divertire perche’ ai tempi della scuola lo vedeva come il diavolo in persona.poi nel 93 lo rividi.passavo un brutto periodo e cenammo a casa sua con degli amici.niente di che ,ma mi fece piacere vedere che tra me e lui c’era ancora molta confidenza e affetto.
seppi della sue morte da mio fratello e mi colpi parecchio .Non avrei mai scritto queste cose se non che ultimamente ho ripreso a disegnare di notte non avendo altro spazio .e quando sono li’ solo quasi sempre mi arriva un ricordo uno scherzo una cazzata detta o fatta e per un po mi fermo a ricordare facendomi prendere come un coglione da quella piacevole sensazione. Ciao anto’
Alberto Terrile
Sono bellissimi i vostri ricordi. Oggi mi trovo a insegnare e gestire una cattedra di fotografia all’ Accademia e non posso “dimenticare” cosa amavo e cosa detestavo nei miei insegnanti. Il retro del libro L’ora di lezione” di Recalcati recita :- UN ORA DI LEZIONE PUO CAMBIARE LA VITA, è vero. Oggi più che mai con la didattica on line che limita molto la RELAZIONE credo sia obbligatorio farsi un bell’esame di coscienza prima di dire cose a vanvera o fare danni alla classe. Mettersi in discussione, accettare i propri limiti, sempre credo sia il modo migliore per lasciare un buon ricordo.
Grazie per i vostri commenti!
Cristiano Lamberti
Condivido pienamente i vostri ricordi che sono anche un po’ i miei. Antonio oltre ad essere un ottimo prof è stato soprattutto un maestro di vita. In questo tempo trascorso senza di lui sono mancate sia la sua visione d’artista che la sua lettura intellettuale del mondo, ma più di ogni altra cosa la sua grande umanità
Roberto
Ho avuto Antonio Porcelli come insegnante al liceo artistico Paul Klee. Io ero un ragazzino e quando mi invitò a casa sua a prendere un libro in prestito, in via Rolando, non ero molto a mio agio. Lo presi e a casa lessi le parti che mi interessavano. Dopo pochi giorni tornai da lui a restituirglielo ma mi disse che avrei dovuto tenerlo di più e quasi si arrabbiò. Non avevo capito che quel prestito era un dono e io, restituendolo così presto, lo avevo offeso. Questa fu una lezione: sul rapporto con le cose, sul dare e sul ricevere.
Altre me ne diede, nonostante la mia riservatezza. Una la conservo molto chiara, da quando con un lungo e rapido segno di matita grassa mi mostrò come evidenziare una figura rispetto allo sfondo, noncurante di aver sfregiato il mio lavoro. Quel segno era l’andare al cuore delle cose, era il coraggio.
. . .
Esatto, le persone con cui entriamo in rapporto ci lasciano qualcosa che diventa parte di noi.
Cristiano Lamberti
Condivido pienamente i vostri ricordi che sono anche un po’ i miei, Antonio oltre ad essere un ottimo prof è stato soprattutto un maestro di vita. In questo tempo trascorso senza di lui è mancata sia la sua visione d’artista che la sua lettura intellettuale del mondo ma più di ogni altra cosa la sua umanità.