Abbandonarsi
Iola di Montese
25 giugno 2004
Quanta paura c’è oggi.
Si fugge da tutto restando immobili, seduti a una scrivania o su una sedia, con lo sguardo che si stempera in uno schermo, uno specchio (in realtà vuoto) nel quale giacciono i santini dei nostri giorni piccoli.
Baci scambiati con la prima ragazza, i compagni di scuola, la laurea di tuo figlio, l’amico portato via dal cancro. Memorie liquide pronte a disfarsi e ad abbandonarti al primo sussulto di un hard disk come al primo sorriso di un altro.
Da piccolo mi sentii abbandonato da mia madre per una sciocchezza. Cose che restano dentro, fu una svista, non aveva mai avuto un bimbo, era la prima volta di tutto: moglie e madre.
Con l’analisi capii che quel sentimento m’era restato incollato addosso. Venni poi aiutato dall’Amore a declinare e comprendere ancor meglio l’abbandono.
La mia piccola esistenza è una continua catarsi e al contempo un’incessante rinascita. La racconto con delle semplici fotografie, lo faccio sino a quando mi verrà dato tempo.
Realizzata con: Canon Eos Mark II
Pellicola: //
Anno: 2004
Luogo: Iola di Montese
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