mitografia del quotidiano
PRIMA DELLA MORTE DI MIA MADRE
GUIDALBERTO BORMOLINI da ACCORGERSI DI ESSERE VIVI
Prima della morte di mia madre, l’ho raccontato mille volte che la notizia del suo malore mi arrivò via telefono spesso il mio smartphone era spento.
Dopo quel lutto e la decisione di lasciar mio Padre a vivere in casa sua ( ha fatto 94 anni il 23 Dicembre 2024 ) il mio telefono è acceso 24 ore su 24.
In maniera diversa non avrebbe potuto chiamarmi nel cuore della notte a ottobre per dirmi :- Sono caduto, non mi sono fatto male ma non riesco a rialzarmi puoi venire? Corsi col cuore in gola c’era pure l’ allerta meteo e diluviava ma con la complicità di un vicino lo issammo seduto sul letto.
La stessa cosa è successa nuovamente nel pomeriggio, un mese dopo, si sà gli anziani e non solo spesso cadono in casa. Io il 27 Luglio mi sono rotto un dito del piede alle 2 di notte tra il bagno e la camera da letto.
Avere il telefono sempre acceso non aiuita. Guardi l’ora e lo hai in mano. Devi prender il bus e consulti l’App ( spesso malfunzionante) per sapere a che ora parte il bus numero diciassette. Vuoi lavorare in esterni il giorno dopo e consulti il meteo. Butti la pasta e schiacci il cronometro per sapere quando sono trascxorsi 11 minuti
Facebook non sta sul telefono, solo Instagram ma senza le notifiche.
Telegram è silenziato, non ho whatsapp e questo crea maggior disagio alla gente che non può raggiungerti,aggiungerti e “romperti le scatole” con chat di gruppo.-
Pur con tante piccole precauzioni mi accorgo di vivere male. Questi dispositivi danno dipendenza, sia che tu racconti al mondo di che colore hai fatto la cacca ieri , sia che tu sia connesso a seguire la seie del cuore sul bus come fossi a casa sul divano.
Detesto le cose a puntate.
Non ho la televisione e non ho il divano.
Alcuni utenti, ex allievi e altro mi hanno identificato come loro maestro, altri come una delirante guida spirituale, qualcuno mi blandisce spuntando like su foto che mi mostrano ventenne riccioluto e faccia d’Angelo, chi vuol vendere la fotocamera o aquistarne una scrive.
Se sei on line ovvero possiedi un account, se hai un canale Yoiu tube, un sito o altre diavolerie dovrai fare i conti con tutto ciò. Se non possiedi tutte ste cose e semplicemente navighi da una cosa all’altra, ancor peggio, non hai nemmeno la scusa di rispondere a qualcuno.
Non amo questa esistenza in vetrina, sotto vuoto spinto ma se faccio un corso e metto mille volantini in giro come un tempo ho minor visibilità e “non lavoro”.
Ogni app è un modo per farti stare sempre più tempo “retroilluminato”, controlli la glicemia e la pressione, controlli tutto e lasci dati ovunque con le tue navigazioni altro che smartphone che spiano, siamo noi che conserntiamo tutto ciò.
Non ho una ricetta e cerco di limitare il tutto ma non è semplice.
La via per la “demenza digitale ” è prossima …e scusatemi non serve a un nulla postare il preformato che ti dice quanto soffre chi ha la Malattia di Alzheimer dicendo “vorreio che almeno 5 amici condividessero sul loro profilo questo messaggio per sensibilizzare.
Sensibilizzare chi e perchè ? Chi appena vede spuntare una scollatura della compagna del liceo oggi oversize perchè mangia come un cesso le scrive ( sperando in un recupero fuori tempo limite per una scopata) sei sempre bellissima ?
Siamo tutti troppo occupati dai nostri contenuti per guardare quelli degli altri.
Ho ancora voglia di guardare negli occhi qualcuno e senza proferire verbo far capire quanto gradisco o meno la sua presenza, dal vivo, uno di fronte all’altro!
Ho scritto di getto e per certo non ho esaurito l’argomento ma sono solo un fotografo, non un sociologo, un’opinionista, un’influencer.
Buon weekend
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