Riflessioni fotografiche
PARLARE DI FOTOGRAFIA
“Alla luce” del fatto che oggi LA FOTOGRAFIA sia divenuta parte integrante delle nostre vite ritengo sia necessario raccontare alla gente “COSA SIGNIFICA FOTOGRAFARE”.
Se il sistema binario ha portato LA FOTOGRAFIA democraticamente a tutti, se ognuno oggi possiede UNA FOTOCAMERA all’interno del proprio SMARTPHONE dobbiamo ricordarci che questa sin dal suo avvento nel 1839 cambiò il modo di rappresentare il visibile.
Come un cantastorie, con umiltà e ironia, in classe, per strada, durante una pizza tra amici si può ricordare che:
LA FOTOGRAFIA produce UNA MEMORIA dell’uomo e delle storie del mondo.
LA FOTOGRAFIA non è solo un modo per documentare la nostra pietanza preferita ma una technè divenuta da subito anche una forma d’ ARTE.
Oggi credo sia venuta a mancare la consapevolezza del mezzo, la cultura fotografica, la conoscenza di autori e prassi nei confronti di un gesto che in modo automatico pratichiamo come lavare i denti o azionare la lavatrice.
Quando perdi qualcuno, quando muore una persona cara sai che potrai ritrovarla tra le tue fotografie.
Quando desideri sapere come era 100 anni prima il luogo in cui vivi a dovrai ricorrere alle fotografie.
Quando sei curioso di vedere i tuoi genitori bambini farai ricorso nuovamente alle fotografie.
Le Fotografie sono la storia delle nostre radici e servono, nel corso del tempo, a definire i diversi centri di gravità del nostro stare al mondo.
Scriveva Susan Sontag : “Collezionare fotografie significa collezionare il mondo”.
Ecco perché mi spendo con ironia e umiltà a raccontare in giro come un cantastorie tanti altri aspetti di quel gesto divenuto parte del corpus dei nostri automatismi.
E’ bello parlarne anche fuori dagli atenei, per strada , in mezzo alla natura o durante una pizza tra amici facendo notare sempre citando la Sontag che “Fotografare non significa solo inquadrare, e inquadrare vuol dire escludere”
Il 14 agosto in compagnia di due colleghe bolognesi, Cristina Ferri e Antonella Amatulli nell’ambito della rassegna “Montese Monti e Tramonti” ho raccontato qualcosa.
Grazie a Walter Bellisi che ha raccontato con le sue immagini il nostro intervento.
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