Varie
Nulla si crea, nulla si distrugge,tutto si trasforma.
La sublime alchimia dell’essere sè stesso .
“E ora che mi prepari per andare a lavorare,o meglio per andare a suonare.E’ quello che faccio da una vita,ormai. Indosserò la mia camicia nera***,infilerò la cintura nei passanti dei miei pantaloni,anch’essi neri,mi allacerò le mie scarpe nere,afferrerò la mia chitarra nera e salirò sul palco pronto a suonare la mia musica per la gente di questa citta” (J Cash dall’autobiografia Baldini e Castoldi)
***”Mi vesto in nero per i poveri e gli sconfitti, che vivono senza speranza, affamati ai margini della città”. “Quando le cose cambieranno” canta ancora, “mi vestirò con i colori dell’arcobaleno”.
di Piero Melati / Il produttore di talento Rick Rubin lo convince a incidere di nuovo. Nel 1994 esce American Recordings. Un’altra America, quella che adora Madonna, Michael Jackson e Bruce Springsteen, rimane stregata. Vende milioni di copie, vince i Grammy, la critica scrive: “La purezza del risultato è sorprendente”. Diventa un simbolo del punk. È un trionfo.
Ma perché? Si chiama “stile tardo”. Lo hanno definito così i filosofi Theodor W. Adorno ed Edward Said e, in campo musicale, David Ross, critico del New Yorker. La morte, di solito, ci coglie impreparati. Ma può accadere, invece, che ci aspetti, per motivi misteriosi. E può accadere che ci renda consapevoli di questa attesa. A questo punto, sostiene Said, la si guarda in faccia, si comprende la difficoltà di ciò “che non può essere compreso”, ma si va avanti lo stesso, e si prova ad evocarlo, ancora e ancora, facendo sempre un altro tentativo. Ma, soprattutto, ci si mostra agli altri in quei momenti. Senza vergogna.
Johnny Cash ora brilla come una specie di profeta. Diventa un uomo biblico, un predicatore dell’Antico Testamento, un santo nel deserto, un imam dell’era di Google, un rabbino dei tempi di Facebook, un prete carico di antichi peccati. Un video, Hurt, sconvolge la programmazione patinata di Mtv. “Sembra un fantasma” dicono tutti. Gli uomini più duri del rock, da Nick Cave a Joe Strummer, da Paul Simon a Trent Reznor, da Jack Frusciante a Lou Reed, vanno da lui a incidere cover (in cui Cash puntualmente stravolge gli originali) e ne tornano segnati. Bono dirà: “Sembrava Mosè che fa scudo col suo corpo al popolo d’Israele quando Dio vuole distruggerlo”. Ormai gli resta solo un soffio di voce. Ma canta ancora. E ancora e ancora. Fino al 12 settembre 2003.
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