mitografia del quotidiano
NONNA B. / LOREDANA
2005
L’articolo sul ritratto in fotografia che inizia con il dialogo tra me e la sig.ra Loredana
Il numero 58 di Gente di Gaggio che contiene il testo COSI COME APPARI
Loredana (classe 1930):- “Per il ritratto devo guardare Lei, o meglio l’obiettivo…giusto?”
Alberto:- “Certamente signora, se lei guarda l’obiettivo, chiunque poi vedrà la sua fotografia si sentirà fissato negli occhi…”
Loredana :- “ …mi piacerebbe, se ne esce una bella, darla al mio nipotino…”
Alberto : – “ …allora Loredana, guardi adesso l’obiettivo proprio come guarderebbe il suo nipotino…”
( Immagini del 27 Agosto 2015)
Sono trascorsi alcuni anni da quel giorno di scatti fotografici fatti con Loredana ma non si è interrotto il nostro “fil rouge”. Nacque un’amicizia tra lei, la nonna B e la levatrice e il Professore perché è così che le piace chiamarmi.
Sino a quando ha potuto scrivere le sue lunghe lettere trovavo nella cassetta della posta i suoi racconti in cui mi diceva di nipoti e bis nipoti e tracciava le sue considerazioni sulla vita e la vecchiaia.
1930, classe di ferro, nei suoi discorsi, perché ad oggi ci si telefona, c’è sempre il sincerarsi sulla salute di mio Padre che ha la sua stessa età oltre che le normali premure circa la mia vita lavorativa e relazionale.
C’è un affetto grande e nonostante Loredana porti benissimo la sua età io la considero un poco come una nonna che più non ho.
Sento la mancanza di tante cose, come un bambino vorrei che il panorama di persone attorno a me non cambiasse secondo le regole dell’esistenza.
Vorrei attorno tutti i parenti, gli amici che mi hanno accompagnato negli anni e che oggi non sono più visibili. Credo mi siano accanto, lo credo come fa un bambino e non come un uomo ma il non vederli mi spina il cuore.
Estate 2019
Ogni anno vado a Guiglia dove abita la signora Loredana. Trascorriamo ore assieme chiacchierando, guardiamo le foglie e gli alberi. Quel grande Albero che a Natale adornano di luci è bellissimo e lei me lo fa notare mangiando gnocco fritto con la marmellata.
Quando la chiamo per sapere se posso andare a trovarla mi dice sempre :- …ma Professore, con tutte le cose che avrà da fare lei viene qui da me? E’ vero ho mille cose da fare. Quante di queste cose sono però realmente importanti?
Spesso riempiamo le nostre giornate di masserizie non indispensabili. La vita ci porta ad accumulare obblighi, impegni e stress e noi la vorremmo diversa pertanto diveniamo nevrotici.
Fare, fare, fare…per cosa poi? Per sentirci vivi e ricevere un compenso economico che sfuma in tasse e cure mediche ? Per sentirci dire che siamo bravi, che scriviamo belle frasi in internet e scattiamo delle belle fotografie?
La scala dei valori è da rivedere totalmente. Parlo per me. 5 ore con Loredana le regalano una giornata diversa nello scorrere sempre uguale dei giorni. Come quando incontra i suoi nipoti e bis nipoti, in quei momenti è “felice”.
Vede Professore, ho appeso i disegni che mi hanno regalato e quando mi sento triste, li guardo e mi danno consolazione.
Quanti errori ho fatto in passato con le mie nonne trascurandole talvolta, relegandole in piccoli spazi delle mie giornate. Cosa avevano di così importante i miei giorni?
Al passato non è più possibile porre rimedio ma è nel presente che posso agire dando finalmente il giusto valore alle cose.
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