mitografia del quotidiano
MONTE RAMACETO
Il rientro alla città sabato scorso è stato funestato da 6 ore e mezza di viaggio. Un incidente ha fatto sì che restassi oltre tre ore in coda.
La città era come l’avevo lasciata, negozi che chiudono, autovelox ogni dove e quell’imbarbarimento da società liquida che fa sì che chiunque messaggi a qualsiasi ora e si muova con il telefono sempre in mano.
Le revisioni per gli esami sono come le piogge d’oggi, bombe d’acqua improvvise che ti martellano.
Sui monti ho lasciato dei malati sofferenti e altri ne ho trovati qui, normale per un uomo di 58 anni che vede sparire piano piano le persone care.
Mio padre ha fatto l’ennesima trasfusione di ferro, mia madre si barcamena, tutti ci barcameniamo.
Per andare all’appuntamento con una gallerista ho scelto di usare le gambe anziché l’AMT e ho percorso oltre 11 km, certo nulla a che compartire col camminare nei boschi d’Agosto ma la mia vita è anche questa.
Ho avuto un unico piccolo momento di break e sono sparito sul monte Ramaceto a fare qualche fotografia.
E’stata la mia boccata d’ossigeno!
Leave a reply