Riflessioni fotografiche
Lezioni di Fotografia / La sindrome di pinocchio
1990 Nell’attesa che cada la maschera, l’ uomo resta e l’eroe scompare?
“Come mai sapete che ho detto una bugia?”. “Le bugie, ragazzo mio, si riconoscono subito, perché ve ne sono di due specie. Vi sono le bugie che hanno le gambe corte, e le bugie che hanno il naso lungo: la tua per l’appunto è di quelle che hanno il naso lungo”.
Pinocchio, in fondo, è lui stesso una bugia, viene costruito per essere un bambino vero, il figlio che Geppetto non ha mai avuto, ma viene costruito in legno e nelle fattezze di un burattino: egli nasce da una bugia di Geppetto.
Molte fotografie sono bugie di Geppetto o bugiardi sono i loro autori?
Vuoi avere visibilità, pubblicazioni , denari?
Perfetto, allora fai delle scelte ( forse più giusto dire “facevi” vista l’attuale crisi) viri le tue attenzioni verso la moda, i redazionali e le commesse per certi brand che ancora marciano a testa alta.
Provo imbarazzo per quegli autori che ottenuto lo statuto di visibilità attraverso ciò che il mercato della fotografia commerciale promuove si tramutano con la complicità di lectio e workshop in predicatori che da un pulpito firmato “Pozzi Ginori” spiegano che è importante l’etica, che la fotografia ha una sua sintassi, che no….non si scattano a raffica le fotografie…che dietro una foto deve esistere un pensiero forte.
Dietro ogni fotografia sarebbe auspicabile ci fosse un pensiero ma anche un fotografo che si pone un pochino a latere perchè il messaggio arrivi forte e chiaro.
2016
Scriveva Serge Gainsbourg in GASOGRAMMA
«Della mia vita, su questo letto d’ ospedale sorvolato dai mosconi da merda, la mia, mi giungono immagini talora precise, sovente confuse, sfocate… che messe una accanto all’ altra darebbero origine a un film grottesco e atroce al tempo stesso, in virtù di quella sua peculiarità di emettere, attraverso la colonna sonora che corre parallela, sulla celluloide, alle sue perforazioni longitudinali, soltanto deflagrazioni di gas intestinali»:
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