Varie
Le cose della vita
Sto lasciando decantare alcuni recenti dolori in attesa di operare trasformazione & redenzione attraverso un gesto fotografico forte.
Un ” tempo” che dovrò attendere con pazienza e infinita tenerezza nei confronti del fanciullo che custodisco.
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In questi tempi di retorica glaciale, la gente dice cose elementari, cammina, affretta il passo, forse neppure sicura di essere così viva. Con tutto quell’affanno nell’interrogare lo smartphone viene il dubbio che si stia creando orizzonti di solitudine.
Ad Alberto Terrile è sufficiente tenere la barra in alto (l’obbiettivo) per accedere ad altro livello. Ama l’immagine in tutti i suoi segreti e meccanismi, saldature e fratture, poi ricostruita, architettata in nuovi piani, nuove logiche, inediti ritmi. Un’immagine che potrebbe attraversare cieli e abissi alla misura del suo formidabile appetito di scoperte ed esperienze, della infinita libertà che lo anima.
All’inaugurazione del ‘lavoro sugli angeli’ iniziato parecchi anni or sono, l’artista spiega che ha inteso dare una risposta alla domanda ricorrente: “Qual è il sesso degli angeli?”. Naturalmente, si tratta solo di un punto di partenza. Egli sa maneggiare il pensiero come un musicista il suo strumento. Intende andare al di là dei significati, ri-creare lo scenario del nostro vivere in un mondo invivibile, senza dar retta al tempo che sembra dormire così bene nel suo sonno. Con queste “foto di angeli” e i sorprendenti scatti di “elevazioni” vuole ritrarre il ricordo d’una vita avvenuta al di sotto, o meglio, il ricordo di una vita che si vivrà “in seguito”, al di fuori degli affanni dell’oggi. Guardare queste foto, leggere i testi che le accompagnano non significa essere in balia di presenze rassicuranti, di vaghe atmosfere New Age, eppure si liberano strane emozioni e turbolenze, capaci di farci vivere in modo un po’ meno mortale, di appianare l’ormai cronica disperazione laddove la notte appare incerta, densa. È sufficiente un piccolo balzo per l’elevazione e forse potremmo evitare ulteriori naufragi.
(Nota di Viviane Ciampi)
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