mitografia del quotidiano
La vita non è uno spettacolo da “guardare” ma un’esperienza da “vivere”.
…per ognuno c’è un disegno, un progetto. Mi ero accorto già all’asilo d’esser “diverso” ( non meglio, non peggio, ) rispetto ai miei compagni. Non mi interessava il gioco del pallone preferivo mettere in scena dei film visti al cinema o alla Tv.
Nel portone di Via Bandi dove sono tornato a vivere nel 1987 , in tenerissima età,come in questa foto Ri-feci LA BANDA CASAROLI.
Ero troppo “piccolo” …mingherlino e basso e venivo, oggi si direbbe, BULLIZZATO, ai giardinetti un compagno coetaneo mentre ero in bicicletta mi fece cadere, annunciandolo ORA TI FACCIO CADERE! Ero però simpatico e ben visto dal boss del quartiere che un bel giorno, mentre venivo accerchiato al CINEMA PRIARUGGIA da altri ragazzini che volevano rubarmi una tessera disse:- Non toccatelo, è mio amico, altrimenti ve la dovrete vedere con me ( era più grande di un anno e picchiava come un fabbro). Iniziai in quel tempo a sentirmi SOLO perchè non mi omologavo ai giochi classici, salvo le piste per terra dove far girare le GRETTE.
Ma perchè solo?
Avevo una sorellina che si fece un mese al Gaslini per una affezione che avrebbe potuto paralizzarla x la vita e venni spedito dai NONNI materni. Ovviamente mi mancava la mamma, la sorella, il papà e CONTINUAI a costruire un mio mondo parallelo ove rifugiarmi.
Socievolissimo ho imparato che a “esser troppo disponibili” l’altro spesso se ne approfittava.
Mi sono fatto MALE perchè su quella disponibilità congiunta alla parola NO non mi sentivo a mio agio.
Non sono mai stato un SANTO anche se studio le loro vite e ogni tanto a lezione me ne esco con degli esempi…ma non cito la fonte perchè non debbo catechizzar nessuno, nè lo voglio….ma per certo nella mia cultura personale oltre a tanta storia dell’Arte, all’amore per saggistica e letteratura ci sono moltissimi libri di Thomas Merton e di Don Milani altrettanti di Charles de Foucald e dalla tradizione ortodossa il loro San Francesco che si chiamava Serafino di Sarov
Le donne mi piacevano da subito, la maestra Rosi dell’asilo era un mio idolo con le sue ballerine ( scarpe che scoprii crescendo molto odiate da uomini e donne) ….un giorno continuer questo racconto ma ..
…”quelle mani in tasca” sono anche i pugni stretti di chi li nasconde ma vorrebbe usarli in un BOXE MODE !
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