A mia Madre
La supplente
Mia madre aspettò i miei 8 anni circa ( e 6 di mia sorella) per tornare a insegnare.
Non era insegnante di ruolo e cominciò a fare supplenze in giro.
Prima furono incarichi di due/tre settimane, poi annuali.
Io, lo confesso, ero geloso del fatto che insegnasse a altri bambini e non fosse a
casa con noi.
Mia madre aveva una vera vocazione per l’insegnamento, si inventava nuovi
approcci per arrivare a trasmettere conoscenza.
Si aiutava con le immagini che costruiva in forma di collages, utilizzava un
registratore audio facendo ascoltare della musica per aprire le menti a nuovi
sensi.
Ricordo il viaggio che faceva per essere alle 8 in classe a Ronco svegliandosi
presto, preparando la colazione a mio padre e a noi bambini per poi saltare
sull’autobus e infine sul treno a Brignole .
Ricordo quando mi raccontava la neve fuori delle finestre di scuola mentre da noi
a Quarto non c’era neppure un fiocco.
Se oggi mia sorella realizza certi progetti didattici con le carte adottate dal Centro
Alberto Manzi o i suoi libri pop up per certo c’è lo zampino di Mamma.
Se trascino orde di colorate classi nel mio “disorganico e confusionario mondo
visionario” dove ogni discorso è improvvisato , dove la lezione può cambiare rotta
all’improvviso per inseguire una nuova idea e schiudere nuovi mondi lo devo a
mia Madre.
La dote di Rosanna, di Eleonora e del sottoscritto è sempre stata quella di capire
chi abbiamo innanzi, un essere umano meraviglioso e complesso, un essere unico
e non un vaso da riempire….
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