Varie
La pausa verde
L’estate era la pausa verde. I tigli che disegnavano alcune vie del centro parevano poca cosa rispetto ai boschi di roverella che nascondevano piccole case arrampicate ai monti.
L’estate erano i tre mesi per fare quelle esperienze che mai avresti trovato sul libro di scienze. Era il tempo del fieno, delle amarene. Il tempo delle gambe scoperte per tenere in grembo con la gonna che si fa sacco le prime mele mature da portare in casa.
Guardo in fondo agli occhi dei bambini, desidero capire cosa significa per loro “il tempo delle vacanze estive” al di là dei compiti assegnati dalle maestre.
Quando ero piccino, la Maestra era un riferimento forte. Sono certo avesse un marito e sicuramente anche una figlia ma la sua influenza era talmente infinita da farla risplendere unicamente come la signora spruzzata di grigio che insegnava i significati e la forma tonda delle parole. La rivedo, il capo lievemente piegato da un lato, accompagnato da un sorriso mentre disegnavo: aveva il dono di individuare il talento dei suoi ragazzi.
Oggi mi pare manchino queste doti nella famiglia, nella scuola come nel mondo del lavoro.
Ora più che mai, la Vanitas poggia saldamente i piedi sulla superbia. Avere talento non fa più la differenza. La felicità è direttamente proporzionale a quante volte appari, dove appari e a fianco di chi appari,questo, a prescindere dal fatto che tu sappia fare quel tanto o non sappia fare assolutamente nulla.
…chiudo gli occhi, aspiro a fondo l’aria che profuma di tiglio e torno ancora un attimo, con zuccherina malinconia, alle mie estati felici.
2 Comments
Monica Bani
Sai Alberto, credo che oggi i bambini non sappiano più assaporare la pausa estiva come il tempo in cui scoprire il mondo lontano dai libri e dalla classe.
Pensa che, dopo anni di stress e di vita frenetica del lavoro, ho riscoperto la gioia di godere del weekend come fosse la pausa delle vacanze estive.
Una meraviglia!!!
Ciao Coach
andrea
la foto in bianco e nero è eccezionale, mi mancava. Tanta malinconia e quella strana sensazione che si ha pensando a come le preoccupazioni siano relative all’età che si possiede. Sempre enormi nel presente, apparenti bazzecole frustranti col senno di poi. Sono la dimostrazione della nostra fragilità di esseri in balìa della rosa dei venti.