Riflessioni fotografiche
La natura delle cose
16/07/2015 Iola di Montese/ Cà Guaiumi
Se ci soffermassimo a osservare realmente, quindi a riflettere sui fiori, scopriremmo che in loro si concentra lo sforzo vegetale verso la luce e lo spirito. I fiori si adoperano per portare a termine il loro compito: invadere e conquistare la superficie terrestre moltiplicando all’infinito la forma di vita che rappresentano. Per tendere a questo scopo, legati al suolo dalla loro stessa natura operano astuzie ed espedienti nel campo della balistica, della meccanica, dell’osservazione degli insetti, basti il fatto che, il nettare che molti di loro producono, è inutile per il fiore ma atto ad attrarre calabroni,farfalle e mosche che come novelli messaggeri d’amore raccoglieranno e porteranno all’immobile e lontano amante quel bacio.
Cosa è una giovane ragazza se non un fiore sbocciato da poco che prende coscienza del suo profumo e delle sue spine?
«Ti amo» – disse il Piccolo Principe. «Anche io ti voglio bene» – rispose la rosa.
«Ma non è la stessa cosa» – rispose lui. – «Voler bene significa prendere possesso di qualcosa, di qualcuno. Significa cercare negli altri ciò che riempie le aspettative personali di affetto, di compagnia. Voler bene significa rendere nostro ciò che non ci appartiene, desiderare qualcosa per completarci, perché sentiamo che ci manca qualcosa.» Voler bene significa sperare, attaccarsi alle cose e alle persone a seconda delle nostre necessità. E se non siamo ricambiati, soffriamo. Quando la persona a cui vogliamo bene non ci corrisponde, ci sentiamo frustrati e delusi. Se vogliamo bene a qualcuno, abbiamo alcune aspettative. Se l’altra persona non ci dà quello che ci aspettiamo, stiamo male. Il problema è che c’è un’alta probabilità che l’altro sia spinto ad agire in modo diverso da come vorremmo, perché non siamo tutti uguali. Ogni essere umano è un universo a sé stante. Amare significa desiderare il meglio dell’altro, anche quando le motivazioni sono diverse. Amare è permettere all’altro di essere felice, anche quando il suo cammino è diverso dal nostro. È un sentimento disinteressato che nasce dalla volontà di donarsi, di offrirsi completamente dal profondo del cuore. Per questo, l’amore non sarà mai fonte di sofferenza.
Quando una persona dice di aver sofferto per amore, in realtà ha sofferto per aver voluto bene. Si soffre a causa degli attaccamenti. Se si ama davvero, non si può stare male, perché non ci si aspetta nulla dall’altro. Quando amiamo, ci offriamo totalmente senza chiedere niente in cambio, per il puro e semplice piacere di “dare”. Ma è chiaro che questo offrirsi e regalarsi in maniera disinteressata può avere luogo solo se c’è conoscenza. Possiamo amare qualcuno solo quando lo conosciamo davvero, perché amare significa fare un salto nel vuoto, affidare la propria vita e la propria anima. E l’anima non si può indennizzare. Conoscersi significa sapere quali sono le gioie dell’altro, qual è la sua pace, quali sono le sue ire, le sue lotte e i suoi errori. Perché l’amore va oltre la rabbia, la lotta e gli errori e non è presente solo nei momenti allegri.
Amare significa confidare pienamente nel fatto che l’altro ci sarà sempre, qualsiasi cosa accada, perché non ci deve niente: non si tratta di un nostro egoistico possedimento, bensì di una silenziosa compagnia. Amare significa che non cambieremo né con il tempo né con le tormente né con gli inverni.
Amare è attribuire all’altro un posto nel nostro cuore affinché ci resti in qualità di partner, padre, madre, fratello, figlio, amico; amare è sapere che anche nel cuore dell’altro c’è un posto speciale per noi. Dare amore non ne esaurisce la quantità, anzi, la aumenta. E per ricambiare tutto quell’amore, bisogna aprire il cuore e lasciarsi amare.
«Adesso ho capito» – rispose la rosa dopo una lunga pausa.
«Il meglio è viverlo» – le consigliò il Piccolo Principe.
Antoine de Saint-Exupéry
Cogli la rosa quando è il momento,
ché il tempo lo sai che vola…
e lo stesso fiore che oggi sboccia
domani appassirà.
Walt Whitman
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