mitografia del quotidiano
La lettura del sabato sera
Primavera del 1975. Nella foto si vedono due uomini che osservano il paesaggio della Death Valley, in California: in lontananza le Panamint Mountains, più vicine le dune di Zabriskie Point.
Il fotografo si chiama Simeon Wade, ha 36 anni e una carriera accademica appena assicurata in una piccola ma rispettabile istituzione di ricerca, la Claremont Graduate School. Uno dei due
soggetti della foto che scatta è l’amore della sua vita, Michael Stoneman, musicista e compositore. L’altro soggetto è Michel Foucault.
Metti una sera nel deserto della California, le stelle luccicanti nel cielo, la migliore musica classica, la giusta quantità di LSD e uno dei più grandi filosofi del Novecento. Questo libro è il racconto
dell’«esperienza più importante» della vita di Michel Foucault, narrato da chi lo ha guidato lungo una notte che molti pensavano leggenda e invece è stata una rivoluzione personale. Un viaggio
nelle profondità di sé stessi che ha cambiato per sempre il pensatore francese, tanto da spingerlo a riscrivere il suo capolavoro “Storia della sessualità”. Dopo trent’anni dentro uno scatolone, la
testimonianza di quell’esperienza mistica ha preso forma divenendo un libro unico. Tra sedute di yoga, riflessioni sulla natura umana, confessioni e visioni, “Foucault in California” è romanzo on
the road, dialogo filosofico e racconto di formazione queer. Un viaggio vertiginoso e stravagante, che dimostra come per giungere alla Verità si possano prendere le strade più varie. E talvolta
allucinanti.
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