Riflessioni fotografiche
La gioia e il piacere
6 maggio 2010…entrai in quel bosco e innanzi a tutti quegli occhi provai gioia..
La gioia è un emozione che ci abbaglia, un’emozione spontanea che non può essere cercata né progettata mentre il piacere è sempre l’oggetto di una ricerca. L’esperienza della gioia libera la mente e il cuore; non si accumula, né grava la mente di memorie. Le esperienze del piacere si accumulano attorno a un centro che chiamiamo ego. Il piacere è uno stato d’animo individuale, soggettivo, perché i desideri sono personali al pari dei bisogni e in genere, ha bisogno dell’altro , non così la gioia.
Non si tratta di condannare o evitare il piacere ma lasciare che giunga spontaneamente, senza farne l’oggetto di una continua ricerca che porterà inevitabilmente alla coazione a ripetere cambiando completamente il senso.
La gioia conserva il sapore dell’imprevisto, non la si può costruire o cercare, semplicemente giunge a noi in modo spesso inaspettato e può albergare nei luoghi più imprevisti così come in oggetti ordinari guardati sotto “un’altra luce, attraverso lo sguardo del cuore” .
Si potrebbe asserire che il piacere sia una specie minore di felicità e che la felicità sia una forma superiore di piacere.
La gioia ha un’altra peculiarità, la sua natura fuggevole come il disegno tracciato da un lampo che attraversa un cielo nero.
Si librava come un falco; ondeggiava come una bandiera in un elemento di gioia che colmava pienamente e dolcemente ogni nervo del suo corpo .
[…] ma non può durare, pensò.
Da Gita al Faro, 1927 Virginia Woolf
Forse di potrebbe concludere così :- Ogni gioia è un piacere, ma non vale il contrario. Noi possiamo provare piacere senza gioia e gioia senza soddisfazione.
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