mitografia del quotidiano, Riflessioni fotografiche, Riposizionare Fotografia
IL GIARDINETTO E ALBERTO BAMBINO
Sono sempre stato molto solo, anche in compagnia. Da bambino in certi momenti era come se sparissi, entravo nel mio mondo dove non c’erano ingiustizie, dove il cielo era blù intenso e forte era l’odore delle piante.
La gente era buona e quando accadeva qualcosa di brutto, quando il male si palesava, era una “finzione”, chi moriva si rialzava e ritornava a vivere.
Nel mio mondo di fantasia la resurrezione era una costante.
Quando riemergevo alla realtà, richiamato da mia madre perché dovevo mangiare o altro, rientravo mio malgrado al mondo dei più, alla vita di tutti.
Ho individuato nella creatività, quel luogo magico nel quale rifugiarmi .
Oggi non è più così idilliaco come un tempo e questo è perché io cresco e il mio mondo con me, se mi disilludo, anche qualcosa in lui cambia, ma la potenza espressiva resta, la forza dell’immaginazione è la sua gravità.
In questo giardinetto condominiale, oggi parcheggio non ci sono più biciclette o tricicli in giro, le voci di quei bimbi oggi sono inevitabilmente trasformate nel bisbiglio di uomini e donne che parlano dell’imu, del colesterolo alto e di coloro che per un motivo o per l’altro non ci sono più…
2 Comments
C. B.
Se da una parte è talento magnifico riuscire a fuggire dalla realtà degli uomini, quando ti accerchia di complicanze senza un senso che sia buono, dall’altra… costa. perché rientrare si deve. In un modo o nell’altro.
Poco dopo aver letto questa sua mitografia, ho proseguito una mia lettura. Ho sentito gli echi delle sue parole, della sua riflessione
“Ursus era notevole nel soliloquio. Di carattere non socievole ma ciarliero, avendo il desiderio di non vedere nessuno e il bisogno di parlare con qualcuno, si toglieva d’impaccio parlando con se stesso. Chiunque ha vissuto in solitudine sa a qual punto il monologo divenga naturale. La parola interiore prude. Arringare lo spazio è uno sfogo, un drenaggio. Parlare ad alta voce e da solo fa l’effetto di un dialogo col dio che che ognuno ha in sé”
Il libro che ho iniziato a leggere è “l’uomo che ride”, scritto da Victor Hugo
Alberto Terrile
L’altro giorno, ieri per la precisione, ho incontrato una mia ex allieva che mi ha detto MA STAVI PARLANDO DA SOLO ? Ora….se Silvano Agosti regista dice di parlare alle stoviglie mentre le lava direi che le mie interrogazioni camminando possono essere lecite nel da uomo a uomo. Parlare ad alta voce e da solo fa l’effetto di un dialogo col dio che che ognuno ha in sé”
Aggiungo che fortunatamente DIO ( per chi lo crede) non è UMANO e quindi talmente misericordioso da non bannare nessuno x azioni e pensieri e deve essere a mio parere veramente SPECIALE E MISERICORDIOSO perchè SA GIA’ TUTTO. Ha anche una PAZIENZA INFINITA visti i comportamenti dall’albsa dei tempi degli esseri…..umani?
Una fonte è il SALMO 138 :
1 Al maestro del coro. Di Davide. Salmo.
Signore, tu mi scruti e mi conosci,
2 tu sai quando seggo e quando mi alzo.
Penetri da lontano i miei pensieri,
3 mi scruti quando cammino e quando riposo.
Ti sono note tutte le mie vie;
4 la mia parola non è ancora sulla lingua
e tu, Signore, già la conosci tutta.
5 Alle spalle e di fronte mi circondi
e poni su di me la tua mano.
6 Stupenda per me la tua saggezza,
troppo alta, e io non la comprendo.
7 Dove andare lontano dal tuo spirito,
dove fuggire dalla tua presenza?
8 Se salgo in cielo, là tu sei,
se scendo negli inferi, eccoti.
9 Se prendo le ali dell’aurora
per abitare all’estremità del mare,
10 anche là mi guida la tua mano
e mi afferra la tua destra.
11 Se dico: «Almeno l’oscurità mi copra
e intorno a me sia la notte»;
12 nemmeno le tenebre per te sono oscure,
e la notte è chiara come il giorno;
per te le tenebre sono come luce.
13 Sei tu che hai creato le mie viscere
e mi hai tessuto nel seno di mia madre.
14 Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio;
sono stupende le tue opere,
tu mi conosci fino in fondo.
15 Non ti erano nascoste le mie ossa
quando venivo formato nel segreto,
intessuto nelle profondità della terra.
16 Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi
e tutto era scritto nel tuo libro;
i miei giorni erano fissati,
quando ancora non ne esisteva uno.
17 Quanto profondi per me i tuoi pensieri,
quanto grande il loro numero, o Dio;
18 se li conto sono più della sabbia,
se li credo finiti, con te sono ancora.
19 Se Dio sopprimesse i peccatori!
Allontanatevi da me, uomini sanguinari.
20 Essi parlano contro di te con inganno:
contro di te insorgono con frode.
21 Non odio, forse, Signore, quelli che ti odiano
e non detesto i tuoi nemici?
22 Li detesto con odio implacabile
come se fossero miei nemici.
23 Scrutami, Dio, e conosci il mio cuore,
provami e conosci i miei pensieri:
24 vedi se percorro una via di menzogna
e guidami sulla via della vita.
….torno a chiaccherare con un trapano e delle viti che sono finite in secondo piano giorni addietro a causa di altre priorità…non so