Varie
I vecchi
Non trascurare i discorsi dei vecchi, perché anch’essi hanno imparato dai loro padri; da essi imparerai l’accorgimento e come rispondere a tempo opportuno. (Siracide)
Gli anziani sono la memoria di ciò che non è più sotto i nostri occhi, custodi di un sapere che scomparendo rischia di venire dimenticato. La società dell’egoismo vede in loro un ingombro e spesso finiscono i loro giorni spegnendosi in istituti dove tutti i giorni sono uguali fatti di terapie, televisione e i pasti delle ore comandate. Gli episodi più rilevanti sono le visite dei cari rimasti. Avvicinarsi al mondo di chi vive in un istituto è un esperienza che molti dovrebbero fare.
Mani che hanno lavorato la terra, in fabbrica come nelle famiglie, occhi che hanno veduto l’avvento di grandi rivoluzioni politiche e tecnologiche vivono l’oggi ripetendo gesti semplici e reiterati proprio come i loro pensieri. Danno l’addio al mondo ancor prima di spegnere l’interruttore. Scendono lenti nel buio profondo fatto di ricordi e silenzio, contrapposti a quella società che li ribattezza come inutili. Distante dalle formulette della sinistra e di un certo cattolicesimo mi avvicino loro solamente perché ho saputo amare i miei vecchi.
In quest’era egoista racconto attraverso gli sguardi e le mani i radi momenti diversi della loro vita : occuparsi dei fiori e dell’orto anche se in carrozzella e qualche piccolo set fotografico che li ha mostrati ancora una volta nella vita come dei protagonisti.
backstage di Ilaria Caprifoglio
3 Comments
Elena Infascelli
Gli esseri con i quali mi sento di più a mio agio,e con cui lavoro più volentieri sono i bambini e gli anziani.
I primi perché sono alla scoperta del mondo senza esserne ancora inquinati,sono spumeggianti di gioia e chiedono solo attenzione, così come gli anziani che custodiscono uno scrigno pieno di tesori storici e di esperienze che hanno bisogno di tornare alla luce.
Entrambi hanno moltissimo da dare e ti chiedono soltanto di partecipare attivamente senza finzioni.
L’argilla é il veicolo che uso per lavoro.
Per quel che riguarda gli anziani, la mia macchina fotografica é un supporto secondario che gradiscono, forse perché li “immortala”.
Questo appaga in me la tendenza innata alla documentazione,forse per sopperire alla cattiva memoria.
I nostri bambini invece penso che lo scatto,specie quello forzato,lo subiscano fin troppo,quindi se voglio documentare la giornata lo faccio nel modo più invisibile che posso.
albertoterrile
Per certo Elena riuscirai nell’invisibilità visto che al corso hai dimostrato di saperti muovere bene. La fotografia è un equilibrio tra senso e forma ma a monte c’è l’atteggiamento,il modo di essere e porsi innanzi all’altro del fotografo. Il soggetto fotografato SENTE il soggetto fotografante e il nostro apparecchio anche. La macchina sente come la stringiamo…se tremiamo…si macchia col nostro sudore,la tensione. Questa scatola delle meraviglie,lo scrigno col quale invito ad operare VIsione e trasformazione…. un amore che per me dura dal 79….
Monica Surya
Gli anziani…un mondo meraviglioso.
Io non ho avuto la fortuna di godere dei nonni per molto tempo e soprattutto in età adulta, però oggi godo dei miei genitori che raccontano la loro vita e le loro esperienze alla loro unica figlia, in un rapporto ritrovato e riscoperto con l’avanzare degli anni.
Mi trovo spesso a contatto con gli anziani malati nel mio ruolo di soccoritrice volontaria e, quando la sofferenza non è troppa, è un regalo immenso parlare con loro, poter strappare loro un sorriso in un momento di sofferenza, vedere nei loro occhi la gratitudine perchè li stai considerando esseri umani ancora “umani”, vivi e degni di considerazione.
Nella mia esperianza di volontaria del soccorso ho avuto modo di incontrare anziani di ogni genere, gentili, scorbutici, arrabbiati, sereni, malati, bisognosi di cure non solo fisiche…tutti loro mi hanno lasciato tanto, mi hanno insegnato cose del passato che non sapevo e hanno aperto i miei occhi su quanto sia importante ascoltarli e sorridere con loro.
Ciao Coach