mitografia del quotidiano
Forme in prestito
Mi impadronisco, meglio dire prendo a prestito, le sembianze dell’altro per raccontare le cose vedute, le emozioni che hanno costruito ciò che sono.
Immaginate di vedere un bambino che “folle di gioia” salta da un gioco all’altro in un enorme prato.
Del bambino conservo, oltre la fantasia, la voglia di cambiare costantemente per sorprendere il tempo futuro. Detesto le persone invidiose, gli sciocchi che vorrebbero costringermi in una forma, la loro forma a seconda del moto d’umore che la vita sta dettando loro.
I nostri pensieri, anche quelli che crediamo più profondi sono dei piccoli peti rispetto alla grandezza dell’universo.
Certo non è semplice traghettarsi da un dolore a una malinconia, da una gioia a una stella che rischiari la notte buia in una vigilia che non vorresti trascorrere da solo.
I cassetti custodiscono gli auguri e gli auspici di un anno rivoluzionario sempre annunciato, un anno che in realtà non c’è mai stato.
Costruisco le mie giornate con pazienza anche se la perdo con facilità. Cerco di realizzare sempre qualcosa che mi faccia sentire che quel giorno non è trascorso invano, pulendo un geranio, stampando una fotografia, facendo anche se malvolentieri l’ennesimo piacere a qualcuno perché fatico a dire di no.
Leave a reply