mitografia del quotidiano
FAVE & SALAME
FAVE & SALAME
Quando non si conosce futuro alcuno, quando le dinamiche della vita ancora non sono chiare si vive con il senso che “tutto può succedere”.
Il bambino che sono stato non poteva avere chiare certe cose sulla vita, s’accontentava di vivere la sua realtà, le rarissime uscite con mamma e papà e la vita con le nonne.
Ricordo una primavera in cui mio padre (che non compare nella foto) andò con i suoi colleghi d’ufficio nell’entroterra per fare una mangiata di fave, salame e pecorino. Mi portò con sé, ero felice.
Custodisco gelosamente questi rari momenti assieme a lui perché sono stati davvero pochi. Questa fotografia è sul suoscrittoio , ricordo quando mi disse :- …ora sono tutti morti, erano anche più giovani di me…
C’era lo zio Chichi ( che zio in realtà non era ) e il geometra che cantava per farmi ridere :- Andiamo a mietere il granooooo.
Oggi riguardando la foto metto a registro il ricordo, il mio ieri e il mio oggi.
Quel bimbo è divenuto più vecchio di loro quando l’otturatore della fotocamera scattò generando questa istantanea.
La fotografia è bellissima quanto i spietata e innocente nel mostrarci tutto ciò che da quella frazione di secondo in poi sarà “irrimediabilmente diverso”.
Volete un consiglio? Andate a mangiare fave e salame, godetevi il sole che s’intiepidisce a Primavera, fate l’amore nei prati mentre questo periodo grammaticale, con la sua e la mia malinconia, giunge al termine.
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