Varie
Far della vita il proprio lavoro
La Musa
Carl G Jung era convinto che la musa fosse “il poeta stesso” o la sua anima: l’immagine inconscia del femminino.
Il ruolo chiave di una musa è quindi consentire all’artista di vedere il proprio aspetto femminino altrimenti difficilmente visibile, sorta di schermo per le proiezioni dello stesso.
Ciò che completa l’artista non sono le qualità intrinseche dell’interesse romantico bensì l’archetipo femminino dell’artista stesso. Quindi nella misura in cui le proiezioni dell’artista dominano o sostituiscono le qualità proprie della musa, l’anima della musa viene a dissiparsi.
Le tonalità della malinconia
Il segreto della melancolia è dentro di me, nella memoria di un passato di cui non rimane più nulla nell’oggi. Dopo il disfacimento e la distruzione delle cose, mi percepisco solo e più fragile, scorticato e immateriale eppure fedele a quei profumi, al sapore che risale dal cuore alla punta della lingua.
Come l’anima è in alto, nell’angolo della stanza, lontana quanto basta dal quel corpo che s’è dovuto arrendere attraverso il cammino del dolore, così io mi dispongo quando vado a fotografare.
Le nostre vite sono immerse nell’oceano dei segni ma solo alcuni di loro arrivano a noi, come cani che ritrovano la via di casa questi raggiungono il nostro cuore.
Le mie immagini sono proprio come quei segni, come dei cani che alle prime luci del mattino dopo aver girato nel bosco tutta la notte ritrovano la loro casa e una mano pronta alla carezza.
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