Varie
Emil Cioran
Gli uomini lavorano generalmente troppo per poter ancora restare loro stessi. Il lavoro: una maledizione che l’uomo ha trasformato in volontà. Operare con tutte le proprie forze per il solo amore del lavoro, estrarre gioia da uno sforzo che non conduce a nulla se non al raggiungimento di obiettivi senza valore, stimare di non potersi realizzare in nessuna maniera che sia altra dal lavoro incessante – ecco un qualcosa
di rivoltante e incomprensibile. Il lavoro continuato e sostenuto abbrutisce, banalizza, e rende impersonali. Il centro d’interesse dell’individuo si sposta dal suo centro soggettivo verso un’insulsa oggettività; e l’uomo si disinteressa allora del suo stesso destino, della sua evoluzione interiore, per attaccarsi a non importa cosa: la vera opera, che dovrebbe essere una attività di trasfigurazione permanente, è divenuta un mezzo di esteriorizzazione che gli fa dimenticare la parte più intima del suo essere.
É significativo che il lavoro sia venuto a designare una attività puramente esteriore: anche l’uomo non si realizza più – piuttosto, egli realizza.
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