Riflessioni fotografiche
DOVE SEI/ SIAMO/SIETE
Apprendo ora dalla rete la morte di un amico virtuale, non ci eravamo mai incontrati “de visu” ma discorremmo in chat di fotografia, festival e progetti che mai realizzammo.
La comunicazione digitale fa saltare i confini tra pubblico e privato, espone l’individuo al controllo ma, al tempo stesso, occupa la scena del pubblico, del visibile e dell’udibile.
Una persona che oggi se ne va lascia le sue chat, la sua voce nei vocali e qualche filmato.
Dal privato al pubblico oggi celebriamo in modo diverso le nostre esistenze.
Talvolta i parenti mantengono attivo l’account del morto ma questo non riesco a paragonarlo alla vecchia madre che accendeva quotidianamente il cero al figlio prematuramente scomparso cambiando settimanalmente i fiori sulla tomba perché fossero sempre freschi.
Un tempo si diceva che qualcosa di noi, del nostro tempo terreno sarebbe stato mostrato ai posteri dalle fotografie che ci vennero scattate in vita.
La nostra sembianza finiva per mostrarsi all’improvviso uscendo da un cassetto della nonna, durante lo svuotamento di una cantina o al camposanto dove qualcuno per noi aveva decretato che quell’immagine ci avrebbe rappresentato per sempre.
nb : Immagini analogiche scattate tra Maggio e Agosto 2020 a Genova e Iola
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