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DAVIDE MANSUETO RAGGIO / LA MIA RELAZIONE CON l’EX OSPEDALE PSICHIATRICO DI QUARTO
La mia storia con l’ospedale Psichiatrico di Quarto ha antichissime radici, direi
1964/1965. Da bambino passeggiavo con la nonna chiedendole :- ” …nonna ti
prego…andiamo dai matti?
Il termine “matti” ebbe però breve vita nel mio personale vocabolario.
Più grande aggiunsi che vivevo in una specie di triangolo delle Bermude, tra
l’ospedale psichiatrico, il centro infanzia abbandonata (IPPAI) e il cottolengo di
Don Orione. Confesso, concedetemi l’accento polemico, di non aver dovuto
aspettare la riscoperta della grandissima Alda Merini per capire che molto di
ciò che la società definisce “guasto” e mette da parte merita “attenzione”.
Il mio unico ” vero maestro” STEFANO GRONDONA. colui che mi spiegò e portò a vedere il mondo
in modo diverso e pazientemente mi educò alla stampa fine art finì poi a Quarto
per un lungo periodo per drammatiche vicende personali.
materie e forme inconsapevoli, lì nel 1988 iniziai in una palestra col giovane
gruppo ARBALETE a sperimentare la foto di danza…e sempre all’Ospedale
psichiatrico, nel 1994 tributai il mio amore ambientandoci alcuni dei miei
famosi Angeli ( vedere NEL SEGNO DELL’ANGELO nella sezione portfolio).
Ebbi quindi modo di incontrare e conoscere, Davide Mansueto Raggio, uomo
mite intriso di delicata poesia. Riconobbi il suo volto a partire dalle linee della
bocca, poi scalai il suo grande naso che mi ricordava un meteorite e da lì mi
tuffai a bomba nell’immensità del suo sguardo. I materiali poveri raccattati per
strada divenivano il suo modo per CREARE STRANI PERSONAGGI e da vero
“attante” condurre chiunque lo desiderasse nel suo piccolo mond0
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