Varie
Davide Mansueto Raggio
Abitare a Quarto vicino all’Infanzia abbandonata (oggi c’è il liceo Klee ) il manicomio dove andavo a fotografare e il cottolengo di Don Orione ha indubbiamente inciso sulla mia percezione del mondo. Ho conosciuto e frequentato persone che alloggiavano in queste strutture ecco perchè una volta terminata l’esperienza come assistente di moda nella Milano da bere del millenovecentottantaquattro ho scelto di fare un salvifico tuffo dalla realtà all’alterità.
Davide Mansueto Raggio era una creatura che viveva poeticamente . Ogni cosa che la società considerava scarto lui la integrava con frammenti di legno, rami e altri ammenicoli creando creature fantastiche.
Sono sempre stato attratto da tutto ciò che comunemente viene considerato “sbagliato” “guasto” o non omologato agli standard dell’efficenza sociale.
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Davide Mansueto Raggio
Tracce cronologiche
1926 – Nasce a Celesia-S.Colombano Certenoli (Ge) da famiglia contadina: pochi studi e moto lavoro nei campi.
1944 – A 18 anni è chiamato alle armi: come lui racconta è destinato subito in “prima linea” a Castelnuovo di Garfagnana (Lucca); vi rimane per sei mesi, poi viene catturato dalle truppe nemiche e chiuso in campo di prigionia per altri sei mesi. “Ho fatto fame e paura: a tu per tu con la morte ogni giorno” ricorda.
1945 – Liberato, è estremamente frustrato fisicamente e manifesta i primi disturbi psichici: Finita la guerra, non riesce più a integrarsi nella vita lavorativa del suo paese: decide di raggiungere il fratello, emigrato in Argentina.
1946 – A Buenos Aires trova lavoro come operaio in una ditta di acqua minerale e bibite e vive con il fratello.
1950 – E’ coinvolto nei moti che portano alla caduta di Peron e, arrestato, viene inviato in un manicomio giudiziario, utilizzato all’epoca in modo indiscriminato per malati psichici, delinquenti comuni, prigionieri politici. Dopo circa un anno viene rilasciato e il fratello riesce ad imbarcarlo su un piroscafo per l’Italia.
1956 – Falliscono i tentativi di reinserimento e integrazione nel tessuto familiare e sociale: non sembra possibile riallacciare i fili delle terribili vicissitudini affrontate, delle dolorose esperienze interiori e della loro elaborazione. I sintomi psicopatologici si manifestano conclamatamene e rendono necessario il ricovero presso l’O.P. di Quarto nel quale si trova tutt’ora. Si ritira dalla realtà che assume, oltre alla durezza obiettiva delle sue vicissitudini, anche gli aspetti cupi di fantasmi che lo perseguitano, che lo accusano senza dargli tregua. Il rifiuto di questa “sua”, deformata realtà non può che divenire totale: “Non voglio la carta d’identità: non appartengo al genere umano ma al Regno degli Animali. Non seguo le leggi di Dio e degli uomini, ma solo la legge della Natura”. Per anni la vita istituzionale gli offre altre paure, altre violenze: l’elettroshock, vissuto come un castigo terribile: “ogni volta era un morire senza poter morire, il terrore senza il sollievo della morte”. Si accentua così la frattura tra le due “realtà” (esterna ed interiore) ed il vuoto lasciato dai rapporti con gli altri, sentiti impossibili e nocivi, è colmato da un crescente incontro con gli oggetti che sembrano “imitarlo” a scoprire le forme sconosciute che dimorano in essi, liberandoli da quelle ovvie apparenti. “Sono loro che mi vengono incontro, mi saltano agli occhi, rivelandomi segni e figure che sono già dentro di loro”. Gli oggetti diventano gli interlocutori privilegiati, vissuti animisticamente come vivi e vitali in comunicazione con lui ed assumono un significativo valore restituivo di presenze benevoli e amiche. Così, in modo graduale, senza poter individuare una data d’inizio, ha avvio la produzione di oggetti e dipinti, animali e figure fantastiche scaturite da pietre, radici, conchiglie, ghiande, persino noccioli di susine.
1980 – Attuazione della L. 180 e superamento dell’istituzione manicomiale con l’obiettivo di reinserimento dei degenti nell’ambito familiare o in strutture residenziali improntate alla riabilitazione e risocializzazione. Ma per Davide è un’alternativa improponibile: il divario con il mondo esterno è ormai incolmabile: “Dentro predominano le consonanti, qui mi sento in consonanza con gli altri, sento di poter essere capito”. Fuori, il contatto con l’esterno potrebbe essere esplosivo…
1990 – Davide espone alcuni suoi lavori alla libreria “Il sileno” di Genova.
1991 – Massimo Dagnino, allievo dell’accademia ligustica di Belle Arti di Genova, presenta la tesi di laurea su D.M. Raggio.
1993 – Mostra personale al Centro d’Arte La Maddalena.
Elena D’Accardi, Nadia Cibello, Domenica Rosolia, Atonia Scibilia.
One Comment
Pupella Aprile
UNA VITA DENTRO, CON TANTA ENERGIA CREATIVA, UNA STORIA CHE E’COME UN ROMANZO, UNA TRAGEDIA.OPERE D’ARTE FATTE DI ‘STRACCALI ‘PER RISCATTARE UNA VITA RUBATA.
*straccale :termine usato da Montale per definire le cose che il mare restituiva ‘modificate’.