Varie
Dal privato alla collettività le tristi fantasie della solitudine, ovvero uno sguardo “acido” sul fenomeno creato da Mark Zuckerberg
Facebook che ho a lungo utilizzato per restare in contatto con gli studenti e con amici oggettivamente lontani, col quale ho comunicato eventi a mille persone oggi mi irrita, più spesso mi disgusta,in due parole “non mi piace più”.
Nel trionfo dell’Io, molti si sono trovati padroni incontrastati di una ipotetica testata editoriale, dalla quale comunicare la propria verbalità, insolenza, insofferenza e solitudine. La solitudine di chi è dietro uno schermo e non guarda più realmente in faccia nessuno.
I Koan zen di oggi sono fatti di proverbi e ovvietà, quell’arte poetica, figurativa, musicale che veniva negata attraverso i canali ufficiali che in qualche modo filtravano o selezionavano ( talvolta malamente) ora esonda dalle bacheche. Dal privato alla collettività, “tua senza ritorno”. Facebook non ha filtri, non ha copyright e potrebbe essere rivoluzionario ma viene prevalentemente usato “per dire subito il poco”. Pensieri brevi per essere letti al volo. La forma del racconto non incontra il grande pubblico, qui regna l’eppiteto e poco importa se saccheggiato dai libri, dalle magliette dai siti di aforismi oppure da una presunta e maldestra forma autoriale dalla quale pensiamo di essere posseduti. Brevi pensieri e immagini dell’ovvietà perché l’oggi ha nuovi miti :L’ipod, il sushi, l’iphone e il wi-fi,le smart e il botox,l’equo e solidale, il coaching e i counselour , il pensiero unico e i prodotti a chilometri zero.
In una società, quella attuale dove non si legge molto, facebook è perfetto, tre righe pungenti oppure ovvie, dal dolore per il mal di pancia da ciclo mensile, alla gioia per l’arrivo di primavera, dallo scoglionamento per l’ufficio open space col collega antipatico al sogno dell’anno ovvero 12 giorni su una spiaggia dorata trovati con l’offerta del momento.
Facebook è la terra delle scimmiette che clonano tutto alla velocità del suono e lo riproducono in casa loro, terra di furti di loghi, idee e posture.
La presa di possesso del mezzo da parte di giovanissime con le classiche ambizioni della giovane età ( modella, o velina, di fatto se devo essere qualcosa il diktat è “ voglio essere bellissima per raccogliere molti più mi piace della mia amica” ) ha fornito “merce umana “ a sedicenti fotografi glamour, perlopiù fotografi amatori (Leggi: gente col doppio lavoro ma con ambizioni artistiche) che hanno declinato in ogni modo “schiene culi e tette” nei luoghi che ora piacciono: in officine, ospedali psichiatrici, bunker, fabbriche e cementifici. E’ l’apoteosi dei “non luoghi”, posti ove improbabili aspiranti ninfe guardando con fare scarsamente ispirato “i punti cardinali del nulla” cercano di dilatare i 5 minuti di notorietà Warholiana portandoli almeno a una decina di minuti, tempo nel quale tante manine col pollice alto più qualche complimento dichiaratamente esplicito non renderanno vano l’ aver preso del gran freddo, mezze nude in quel posto scomodo e fatiscente. Tutto lo scattato non in posa, tecnicamente quello che definiremo il backstage, quel capezzolo che spunta mentre la ragazzina si sta cambiando quasi ignara del venire fotografata, quel non essere in posa quindi non coscienti del mezzo tecnico che riprende diverrà prezioso materiale soft core privato col quale molti dei nuovi aspiranti fotografi, (parlo dei nuovi H.Newton, J L. Sieff o Terry Richardson del quartiere) innalzeranno la loro libido in tristi e solitarie sere invernali nelle quali né un film scaricato con l’audio di sala o la playstation offriranno la giusta emozione.
Dalle immagini alle parole, su Facebook abbondano i poeti dell’Amore e dell’Universo coloro che sussultano per foglie d’autunno e bocci in primavera, che sognano vestali che si perdono in tramonti dai mille colori mentre una nube di farfalle,elfi e altri assurdi oggetti volanti operano la transumanza di bacheca in bacheca.
E la musica? Spesso è la nostalgia a farla da padrone. Elton John è deceduto dai tempi di Tumbleweed Connection al suo posto c’è un ologramma paffuto che “esiste&insiste” a dedicare “candle in the wind” ad ogni nuovo morto con notorietà mediatica. Peter Gabriel è ancora magro ha la maschera e persiste nel raccontare storie di scatole musicali ,prova a vendere l’inghilterra per pochi denari, Peter Gabriel che non assomiglia a quello attuale col pizzo bianco che si fa chiamare Giorgio Faletti e fa il giallista un tanto al chilo. Plotoni di quarantenni e più ricordano la peggior musica col peggior look del pianeta, quella degli anni 80 e quindi un rosario di “amarcord” per quei giubbotti con spalle alla Goldrake,capigliature imbastite col peggior gel e Tony Hadley che già mostrava nel mento che sarebbe ingrassato di lì a poco diventando con i capelli e gli occhi scuri il protagonista del cartoon gli Incredibili della Pixar.
Facebook che vorrebbe essere la memoria di un Dorian Gray che poi non ha mantenuto il patto.Tutti a riguardarsi alle elementari con tanti sogni, poi alle medie con qualche sogno di meno, al liceo indaffarati a corteggiare la tettona della classe e oggi calvi, con panza, colesterolo ai limiti a mettere dei mi piace sotto la biondina della terza C che oggi ha tre figli, è separata, ha fatto outing e vive con una vecchia lesbica tornata da Goa e fa mercatini il mercoledì.
Alcuni allievi che diedero cenni di creatività e oggi paiono svogliati in realtà sono impegnati ad arricchire i loro album con nuove prodezze creative anzichè interrogarsi sul senso oggi del fare fotografia, ammesso che oggi il senso non sia “essere su Facebook”. Attraverso questo mezzo ho scoperto persino di essere “un personaggio pubblico”, cosa che sinceramente non sapevo. Ma un personaggio pubblico da Facebook perlomeno del mio basso calibro paga il biglietto al cine, idem a teatro e al massimo colleziona qualche sguardo assassino di una che non è detto sia su quel social network ma che fondamentalmente non gli piace.
Ho visto “non necessariamente le menti migliori della mia generazione” smetterla di trascinarsi nude e isteriche alla ricerca di droghe rabbiose iniziare a ringhiare su Facebook postando di tutto e di più a una velocità sconvolgente. Nel mentre….proprio mentre siamo lì a distribuire dei mi piace o a vedere se il tipo/a in costume merita gli venga accordata amicizia il mondo agonizza per crisi economiche,energetiche e etiche, terremoti e alluvioni lo scuotono ,i politici continuano a parlare ai popoli per portare la bianca farina al mulino di casa e sempre più velocemente il mondo va alla deriva…. come lo so?:
:- Cazzo, l’ho letto su Facebook e poi lo dice anche quel cantante di quel pezzo che ricorda un po’ i ….però più duri ma con parole semplici che ti arrivano dritte al cuore….MI PIACE MI PIACE MI PIACE MI PIACE MI PIACE MI PIACE MI PIACE MI PIACE MI PIACE MI PIACE MI PIACE MI PIACE MI PIACE MI PIACE MI PIACE MI PIACE MI PIACE MI PIACE MI PIACE MI PIACE
PS:
Facebook che ho a lungo utilizzato per restare in contatto con gli studenti e con amici oggettivamente lontani, col quale ho comunicato eventi a mille persone oggi mi irrita, più spesso mi disgusta,in due parole “non mi piace più”.
3 Comments
amedea
ciao Alberto, mi spiace che tu sia sempre così pessimista, sempre, su tutto.
Se non ci fosse stato fb, non avrei rincontrato persone che da anni non vedevo, e mi ha fatto un grande piacere aver ricevuto da loro richiesta di amicizia………..perchè devi sapere che io non l’ho mai chiesta. Io infatti sto bene con me stessa e con la mia famiglia, con la mia vita, una vita normale, con gli alti e i bassi, i momenti di gioia e di tristezza, i momenti terribili della malattia del secolo, il tumore, i momenti di serenità quando riesco a trovare il tempo per dipingere solo per me. Ma sto uscendo dall’argomento Fb, se fossi studentessa i l prof di italiano mi metterebbe:fuori tema!!!!! dicevo che è stata per me una bella sorpresa il fatto che tutti i miei amici si siano proposti e che tra di loro la maggioranza assoluta sia stata di giovani, nonostante la mia veneranda età da nonna sessantaquatrenne…….ho pensato che i miei 40 anni di lavoro presso l’anagrafe non sono stati sprecati se dopo tre anni dal mio pensionamento qualcuno si è ricordato di me. E questo è pura gioia…..la scoperta che qualche cosa di me è rimasta negli altri e che è una cosa positiva. Non voglio annoiarti oltre, ma senza fb non ti avrei conosciuto, non avrei provato le emozioni che i tuoi scritti e le tue foto mi hanno fatto provare. Emozioni a volte positive, a volte negative, ma sempre emozioni.Quindi qualche cosa di te e rimasto in me: E questo non ti sembra positivo???????? ciao coraggio goditi le piccole quotidine gioie della vita, non vedere solo il lato negativo……..impara a volerti più bene……….un abbraccio materno………siamo in primavera, taglia i rami secchi della tua vita ed apri il tuo cuore alla gioia della bella stagione forza, le tue foto saranno ancora più belle.
Michela
A mio avviso più che pessimista Alberto è realista. Sicuramente vedere le cose un po più dal lato positivo sarebbe meglio anche per vivere più serenamente, ma “faccia libro” in realtà è proprio come lo descrive lui. Poi come in tutte le cose dipende sempre dall’uso che ne fai…. Ma con fb bisogna fare molta attenzione, molto spesso si confonde l’amico vero quello che ti chiede come stai perchè ha davvero il piacere di chiedertelo con quello che invece vuole solo farsi i caxxi degli altri. Io considero vero amico la persona che vedo fisicamente fuori dal mondo della rete, che ti dimostra che ci tiene a te dai piccoli gesti reali e concreti e non dai quanti “mi piace” invadono la mia bacheca… Sicuramente può essere anche uno strumento positivo…dipende dall’uso che ne fai…
Claudia
Io qualche giorno fa proprio su FB ti ho inviato un messaggio, non sono una molto presente lì, ma quotidianamente almeno una volta al giorno ci passo, al volo ma ci passo. Mi sono preoccupata ti fosse successo qualcosa…
Oggi mi sei tornato in mente e son passata di qui ed ecco svelato il mistero.
Mi sento sollevata :-)
Ma non mi fa piacere leggerti così arrabbiato/deluso.
Però ti capisco ed in gran parte sono d’accordo con te.
Ognuno ha la sua sensibilità e i suoi limiti di sopportazione in tutto, quindi anche verso FB.
Io che l’ho sempre snobbato ad un certo punto per seguire una passione musicale ho iniziato a frequentarlo, ed ho imparato a prendere per me solo quello che mi faceva bene.
Ho una figlia quattordicenne a cui dopo due anni di insistenze, ho dovuto accordare la sua iscrizione…i compagni addirittura la stavano emarginando.
Le sto insegnando a gestirlo per come l’ho capito io.
E io resto su FB anche per “controllare” lei.
Ma non è facile far capire ai ragazzi oggi, che certi strumenti son “simpatici” ma vanno dosati al massimo e soprattutto “esibire” corpo/pensieri ecc, NON è giusto.
Per chiudere (e smettere di ammorbarti!) vorrei dirti che ringrazio FB per avermi permesso di conoscere alcune -poche- persone, magari non in modo profondo, ma quel tanto che è bastato per capire che meritavano attenzione perchè non erano persone vuote.
Persone che mi hanno permesso di scoprire mondi (anche emotivi) che non conoscevo.
Tra queste poche persone ci sei tu.
Non so se prima o poi avrai voglia di tornare di là. In caso provo a passare io di qua, quando riesco che il tempo è un tirannaccio!!! :-)
Ciao Alberto!
Claudia