Ritratti
Dai cassetti della memoria/San Francisco 2006/Corrado Rustici
Nel 2006 a San Francisco fotografai Corrado Rustici, stavamo cercando la giusta immagine per il suo disco. Lavorai sia in digitale che con la pellicola. Furono momenti belli quelli in ripresa e meno felici quelli dell’editing perché entrarono in gioco altre figure, il grafico art director, la responsabile del progetto per conto della casa discografica e tutto risultò più difficile.
Quando lavori per un progetto per il mercato editoriale devi tener conto che da un lato hai l’artista che devi ritrarre e la sua percezione di sé, dall’altro l’industria che lo promuove ma soprattutto lo dovrà vendere.
Spesso devi accettare soluzioni che non trovi adatte e con le quali dovrai essere d’accordo se non vuoi uscire dalle righe. E’ ancora fresco il ricordo di una voce che mi ricordava con petulante supponenza che “il rosso è più impattante”.
Diciamo che non amo queste forme di relazione ( il music business) e la mia biografia e portafoglio clienti lo esplicitano. Quando fotografo cerco anzitutto di cogliere l’essenza delle cose e delle persone attraverso le forme del mondo. Ciò che osservo è l’ equilibrio tra l’apparire e l’essere, tra l’esterno e l’interno di ogni essere umano. Qualcuno sostiene che io “denudi l’altro”
Trovai interessante pertanto rivolgere il mio sguardo verso Corrado attraverso i vetri di un caffè mentre assorto nel suo mondo pensa, il suo corpo fisico è lì, assolutamente visibile, ma la mente vaga negli spazi della creazione, nel mondo delle idee.
Queste immagini non sono mai state utilizzate ma sono le mie preferite da quelle sessioni.
In questi tre scatti realizzati con la mia vecchia Hasselblad, fatti a distanza di pochi minuti uno dall’altro e non lontani dalla via intitolata a Jack Kerouac oltre a Corrado Rustici ci sono anche io con quella visione tinta di “melancolia e memoria ”
Buona Visione
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