mitografia del quotidiano
CONFUSIONE E RUOLI
2007
Non sempre le cose sono come sembrano, il loro primo aspetto inganna molti: di rado la mente scopre che cosa è nascosto nel loro intimo. FEDRO
Chi mi conosce sa che non vesto elegante. Spesso indosso camice a quadri o t.shirt .
Vivo con uno zainetto sulle spalle. Devo avere sempre con me un libro, l’ astuccio e altre piccole cose.
Nel 2007 Omar Galliani avendo fatto tre grandi opere per le navi Costa accettò di fare una mini personale nel lounge bar della compagnia.
Con una telefonata mi chiese se potevo fotografargli la mostra e io accettai di buon grado.
Mi diede appuntamento presso lo spazio un mercoledì sera perché c’era un evento in suo onore e gli faceva piacere rivedermi. Lui sarebbe arrivato in auto da Reggio e io a piedi visto che quel giorno insegnavo in un posto poco distante dal luogo convenuto per l’appuntamento.
Ricordo avevo fatto un’esercitazione sul set con gli studenti, ero stanco e trafelato e indossavo una camicia tecnica da trekking …
Arrivai all’appuntamento in anticipo. Detesto aspettare gli altri al pari del fare aspettare.
Le porte elettroniche a vetri s’aprirono, una musica da aperitivo con quel beat lento mi carezzò assieme all’aria condizionata , mi sedetti su un elegante puff con lo zaino a terra in attesa dell’arrivo di Omar. Mi sentii, debbo dirlo “fuori posto”.
Non era trascorso più di un minuto quando una sinuosa hostess con tacco vertiginoso e un invidiabile portamento mi raggiunse e con fare tra il materno e l’imperativo elegante ( potevo esser suo padre) mi soggiunse chinandosi verso di me
: – Scusi signore ma non può proprio star qui seduto, è un evento privato, la pregherei cortesemente d’uscire.
Preso di sprovvista con un breve incespicare del periodo grammaticale tentai di spiegare che ero lì perché lo stesso Galliani mi aveva dato un appuntamento e lo stavo aspettando.
La hostess corse a riferire la cosa a un superiore*** ( altra donna elegante stretta in un tailleur con tacco d’ordinanza) e mi venne accordata la possibilità di aspettare lì dentro.
A Genova, ma forse anche altrove, c’è una tradizione di IMBUCATI alle mostre con buffet, professionisti che tamponano i pasti mancati con pizzette, tartine al salmone e prosecchi d’ordinanza.
Non so a quale categoria fossi stato assegnato, forse a quella dei portoghesi da buffet, per certo, non avevo l’aspetto da frequentatore di quei luoghi e la cosa non posso dire mi dispiacesse troppo.
Circa mezz’ora dopo arrivò l’ospite atteso e le hostess lo accolsero creando una sorta di linea dove gambe lunghe e toelette perfette divenivano una sorta di quinta teatrale o un rimando a certi concorsi di bellezza :-
” LET’S HAVE A PARTY” ?????????
Convenevoli, presentazione dello staff, strette di mano, sorrisi, Omar nerovestito come suo costume con camicia bianchissima e cappellino in testa misurava con lo sguardo lo spazio allestito con le sue opere.
Ad un certo punto mi individuò seduto sul puff e con un grande sorriso verso la responsabile dell’evento*** aggiunse:-
Sicuramente avrà già conosciuto “il maestro Terrile” , un fotografo bravissimo .
FINISCE COSI, QUESTA FAVOLA BREVE SE NE VA
IL DISCO FA CLICK
E VEDRETE TRA UN PO’SI FERMERA’…
MA ASPETTATE E UN’ALTRA NE AVRETE
“C’ ERA UNA VOLTA” IL CANTAFIABE DIRA
E UN’ALTRA FAVOLA COMINCERA’
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