Didattica
COME PESCI IN UN AQUARIO
Abbiamo lavorato assieme, abbiamo provato a farlo…
Eravamo divisi da un vetro come pesci in un aquario dove talvolta mancava ossigeno o l’acqua poteva intorbidirsi.
Da un lato dello schermo c’ero io che provavo in ogni modo e maniera a spiegare “la fotografia” in un mondo composto e avvolto d’immagini. Dall’altro lato c’erano loro, sessantatre anime che si sono trovate nel piano di studi la mia materia obbligatoria.
Eravamo divisi da un vetro come pesci in un aquario dove talvolta mancava ossigeno o l’acqua poteva intorbidirsi.
Eravamo registrati dal sistema informatico . Abbiamo mostrato al “grande fratello” cosa è “la vita vera”.
La telefonata che m’annuncia in diretta la morte di Francesca, la mia vicina di 96 anni che cade in casa, non riesce a rialzarsi e mi chiama per chiedere soccorso mentre stavo spiegando cosa è la profondità di campo.
In entrambi i casi ho chiesto alla classe 5 minuti di pausa per resettare, dolore, spavento, apprensione e poi continuare la lezione.
Eravamo divisi da un vetro come pesci in un aquario dove talvolta mancava ossigeno o l’acqua poteva intorbidirsi.
Cosa hanno visto e provato queste Anime per un semestre? Ne abbiamo parlato, quando si poteva, ne abbiamo detto quando si riusciva ma eravamo divisi da un vetro come pesci in un aquario dove talvolta mancava ossigeno o l’acqua poteva intorbidirsi.
Non c’è stato nessun miracolo, la malattia non è scomparsa, l’acqua restava quella dell’aquario senza trasformarsi nel Vino alle nozze di Cana.
Contingentati ci siamo divisi in tre gruppi per un unico incontro dal vivo.
Abbiamo avuto un’unica chance, abbiamo trascorso quattro ore assieme e in quel breve tempo “ci doveva star dentro tutto”.
Dovevamo conoscerci, scoprirci tridimensionali in uno spazio fisico e non virtuale, dovevamo riconoscere il suono delle nostre voci non più filtrato dal microfono del PC, unire il volto a quel cognome strano, scoprire lo sguardo di quell’avatar col disegnino.
Ieri abbiamo chiuso in DAD il corso ma nulla era più come prima anche se siamo tornati nell’aquario.
Non riuscivo a terminare l’ultima lezione, quante volte nella vita ho faticato a lasciare andare via qualcuno ? Penso a un amore o mi torna in mente un amico che partì per andare a vivere in un paese lontano.
Anche a loro deve esser successo qualcosa del genere, ho visto nei loro occhi quel senso di “…ma finisce tutto così?”
Allora, uno dopo l’altro, hanno acceso tutti il loro schermo per sorridere e salutarmi con la mano, non mi era mai accaduta una cosa del genere in sessant’anni di vita.
Ieri sera ho provato cosa significa “la gioia delle piccole cose”.
Grazie di cuore classe di digitale del Triennio I semestre , avete fatto esplodere in mille pezzi quell’Aquario !!!
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