Ritratti
COL SOLE IN FACCIA
Silvia viveva da ragazza con una bellissima sorella alla Costarina. Conobbe mio zio Minghino, un fratello
di mia nonna ( gli altri erano Lino e Giuseppe ) .
Minghino era alto, bello , era stato scelto per il corpo dei corazzieri. Non l’ho mai fotografato, ero
troppo piccolo.
Piccolo, troppo piccolo per certi ricordi. Qualcuno di questi talvolta affiora quando sfioro con gli
occhi le ombre degli alberi sui muri della casa alle Ballette o inseguo con gli occhi i saltelli dei
polli.
D’estate vado sempre a trovare le tre figlie di Silvia e Minghino , Fernanda, Natalia e Clelia.
Le tre sorelle avevano anche un fratello che però morì giovane subito dopo la visita di leva.
Ho tenuta nascosta questa foto per oltre quarant’anni perché Silvia aveva troppa luce in faccia in quel
momento.
La Luce che squarcia il silenzio e la tenebra del nulla per far sbocciare la creazione.
La luce che cuoce le pelli della gente nei campi.
La luce per regolare i diversi processi durante tutto il ciclo vitale delle piante.
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